Alfa Romeo 177-179: la sfida della Casa di Arese all’effetto suolo

Il 1979 si apre, però, con una novità importante: l’Alfa Romeo vuole esordire con una propria monoposto grazie all’Autodelta e per farlo inizia a lavorare al progetto della 177, monoposto a effetto suolo che si caratterizza per un telaio in alluminio, un sistema di sospensioni particolare, con gli ammortizzatori montati all’interno sull’asse anteriore e all’esterno sull’asse posteriore, oltre che per l’intramontabile boxer a 12 cilindri. Un motore che, giova ricordarlo, richiama la soluzione adottata dalla Ferrari sin dal 1970 con l’arrivo del modello 312B, ma che venne messo in discussione, per così dire, da quella che sarà la soluzione adottata sul modello successivo, la 179. La squadra di tecnici capitanati da Carlo Chiti preferì infatti montare su quella monoposto un V12 con angolo di 60° tra le bancate. Questo perché il motore boxer impedì alla monoposto di innescare correttamente l’effetto suolo (cosa che però verrà smentita dalla Ferrari 312T4, che vinse il titolo con Scheckter e Villeneuve) e con questa nuova soluzione verrà data la possibilità ai telaisti di realizzare dei condotti Venturi più grandi. Sarà proprio Niki Lauda, Campione del mondo uscente e in forza alla Brabham, a condurre i test sulla 177 insieme a Bruno Giacomelli, fresco campione della Formula 2 scelto dalla Casa di Arese per condurre il nuovo team nell’avventura iridata. Tutto fatto in casa, tutto “made in Lombardia”, nel binario che unisce Arese a Poncarale,  città natale del pilota bresciano.

La 177 debuttò a Zolder, anche per non suscitare il clamore mediatico che sarebbe avvenuto se ci fosse stato l’esordio a Monza; in Italia invece debuttò la 179, e fu affidata a Giacomelli che riuscì a qualificare la vettura al 17. posto, a circa 3 secondi dalla pole position di Jabouille, per poi ritirarsi. La 177 gareggerà anche in Francia, dove arriverà al traguardo al 17. posto, per poi lasciare la strada alla 179. A Monza l’Alfa Romeo schiererà due vetture, una affidata a Giacomelli, la 179 appunto, e l’altra a Vittorio Brambilla, che correrà sulla 177, che chiuderà la gara al 12. posto. La nuova monoposto presenterà diversi problemi di gioventù, ma sorprenderà tutti alla prima gara  del 1980, in Argentina, dove finirà doppiata da Jones ma in quinta posizione, in una gara che si rivelerà un’ecatombe, con 7 vetture al traguardo su 22.