Patrick Depailler : L’uomo senza paura

Arrivo in Alfa e la tragica fine: E’ il 1980, e l’Alfa Romeo affronta la prima stagione completa in Formula 1. Dopo un 1979 all’insegna dello sviluppo, l’Alfa chiama proprio il silurato ma ristabilito Depailler e lo affianca a Bruno Giacomelli. “Jack O’Malley” , prima di inanellare una serie clamorosa di ritiri, riesce a marcare punti nella gara inaugurale in Argentina. Depailler, non riesce a fare su neanche quei due striminziti punti. Gliene succedono di tutti i colori. Cambio, sospensione, motore e accensione sono le cause che fermano le gare di Depailler. Il tutto fa ancora più rabbia se si pensa che l’Alfa Romeo numero 22 è presenza fissa nelle prime dieci caselle della griglia di partenza. Le prestazioni ci sono, la velocità anche. E’ la fragilità della macchina che blocca tutto. A creare ulteriori problemi, c’è anche il fisico del pilota; che è tornato a correre dopo un anno di stop forzato. Insomma, una stagione problematica che però deve essere vista come un’anno di apprendistato in vista di un, si spera, migliore 1981. Si arriva al 1° agosto 1980. E’ un caldo venerdì estivo, e nei boschi tedeschi si sentono urlare i motori di F1 impegnati in test pre Gp. Quel giorno è l’Alfa a provare. Ci sono sia Depailler che Giacomelli. Depailler compie alcune tornate poi si ferma ai box. Si avvicina a Giacomelli ed esclama”C’è qualcosa che non va, Bruno, provala tu”. Giacomelli mette il casco, si allaccia l’ignifuga e s’infila nell’abitacolo della Alfa 179. Depailler si accende una Gauloises e si siede su pila di gomme in attesa. Giacomelli compie due giri ad andatura moderata poi rientra. Sembra tutto a posto. Sulla Alfa vengono montate gomme nuove, nel frattempo Depailler si mette i guanti, tira su la zip della tutta e getta a terra l’ennesima Gauloises della giornata. Ignaro che si tratta dell’ultima. L’Alfa passa una volta sul traguardo per chiudere il giro di riscaldamento, poi non passa più. I soccorsi arrivano alla Ostkurve e trovano l’Alfa incidentata in maniera grave. Depailler muore durante il trasporto in ospedale. Otto giorni dopo avrebbe compiuto trentasei anni. Le cause sono tutt’oggi ignote anche se fin da subito si è parlato di cedimento della sospensione. Appoggiati al rail c’erano le reti di contenimento che sarebbero state montate di li a pochi giorni. Questo incidente solleverà i primi dubbi sulla sicurezza durante i test privati, sei anni prima della morte di De Angelis.

Il mitico Jo Ramirez lo ha definito “Il simbolo del pilota senza paura“. Depailler era proprio così. Nelle gare come nella vita: a testa alta, Gauloises in bocca e sprezzante della paura. Perché se è vero che il coraggio consiste nel sfidare le proprie paure, Depailler non lo si poteva definire neanche un coraggioso. Lui, la paura, non la sentiva. Se la faceva scivolare addosso come acqua sotto la doccia. Fino al giorno in cui la paura lo ha battuto.