Non dimentichiamo chi è Daniel Ricciardo

C’è un aspetto che sta venendo fuori da queste ultime gare del mondiale che hanno visto protagonista l’astro olandese della Red Bull, Max Verstappen e che riguarda, di riflesso, proprio il suo compagno di squadra, Ricciardo. Ebbene, che fine ha fatto il simpaticissimo australiano ultimamente?

di Francesco Svelto |

 

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I risultati di Verstappen hanno un po’ gettato ombra sul compagno di squadra non tanto per le vittorie in Malesia e in Messico che suonano roboanti ma anche per le prestazioni da assoluto protagonista dell’olandese. In Texas, per esempio, Verstappen è stato protagonista di una furiosa rimonta che l’ha portato dalle retrovie a sfiorare un podio che aveva anche conquistato ma che ufficialmente non non è arrivato soltanto per la penalizzazione legata ai fatti dell’ultimo giro. Ebbene, mentre il neo ventenne è riuscito a tirare a se tutti i riflettori nelle due trasferte centroamericane, per Ricciardo queste due gare hanno segnato due zero in classifica arrivati a causa di noie tecniche.

A onor del vero, anche Verstappen in questa stagione ha finito anzitempo diversi GP. Anzi, l’olandese, fino a Singapore che era la 12esima gara del mondiale, aveva collezionato tanti ritiri quanti erano gli arrivi al traguardo. Ma per Ricciardo, questi ultimi due sono pesantissimi perchè arrivano nel momento forse più delicato che l’australiano sta vivendo da quando è a Milton Keynes. Si trova, infatti, in una situazione quasi di scomodo essendo stato praticamente messo sul mercato da Marko, avendo visto firmare un importante rinnovo contrattuale al compagno che di fatto lo elegge punta di diamante del team e il tutto avviene, come detto pocanzi, in un momento in cui l’attenzione mediatica è tutta sul baby fenomeno olandese.

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E’ opportuno però non dimenticare chi è Ricciardo. Uno che ha una importante visione di gara, che sa trainare il team nei momenti meno felici, un pilota di una costanza e concretezza come pochi altri (ad oggi ha 44 punti di vantaggio sul compagno di squadra nonostante una vittoria in meno ma molti podi in più, conquistati tra l’altro quando la Red Bull non era affermata tecnicamente come allo stato attuale). E’ un pilota solido, Ricciardo, uno che di rimonte e sorpassi ne sa al pari – se non di più – del più celebrato compagno. Forse non il talento più cristallino del circus ma uno di una marcata completezza. Un carattere genuino, solare, uno che quando le cose gli van bene e arriva a podio si mette a bere (e fa bere) dalla sua scarpa ma che in altri momenti sa avere un carattere tosto e determinato (leggasi alla voce incidente in Ungheria, quando proprio il compagno lo ha sbattuto fuori nelle primissime fasi della gara).

E’ un top driver della sua generazione, tra i top-5 dell’ultimo decennio. Tra l’altro è quello che nel 2014, a parità di vettura, ha tolto la vernice dalle fiancate di Vettel. Giusto non dimenticarlo. In vista di eventuali cambiamenti di line-up nel 2019, Mercedes e Ferrari farebbero bene a considerarlo. Veti di presunte primedonne permettendo.

 

Francesco Svelto