Newey: Senna vittima degli errori di interpretazione del regolamento

La Formula 1 del 1994, dunque, è avvolta da mille interrogativi che hanno tolto il sonno a Newey ancora prima he la stagione iniziasse (per inciso, lo staff tecnico della Williams perderà Paddy Lowe, passato alla McLaren) perché lo ha costretto a rivedere alcune soluzioni causate da diversi problemi, primo tra tutti la guidabilità, lamentata da Senna sin dalle prime uscite e resa manifesta nel testacoda del paulista nel corso delle prove del Gran Premio del Pacifico, che nemmeno il fuoriclasse brasiliano era in grado di spiegarsi.

Minimizzando, in un’intervista dopo la gara di Aida Newey parlò di un problema di aderenza in curva, alle basse, medie e alte velocità, ma il problema era più generale. Newey progettò ancora una volta una vettura estrema, ma Senna non si trovò a suo agio, tanto da far intervenire Patrick Head che rimosse una parte del telaio per dare modo a Senna di avere più spazio all’interno dell’abitacolo, anche se i guai non erano ancora risolti. Una inguidabilità della monoposto data proprio dalle difficoltà di Newey e dello staff tecnico di far fronte ai cambiamenti regolamentari e interpretarli al meglio, tanto che a Hockenheim verrà schierata una versione B della monoposto.

A Imola Senna volle riscattarsi dopo il doppio zero di Interlagos e Aida e scattò in testa, riuscendo anche a mantenere la freddezza dopo l’uscita della safety car (guidata da Max Angelelli), ma poi è successo quello che tutto il mondo ricorda con maggior dolore e costernazione, tutto per colpa di quel dannato piantone dello sterzo portato a Imola e che, ad avviso dello stesso Newey, non doveva essere nemmeno portato in pista, tanto da costringere i meccanici a segarlo nel corso del weekend di gara proprio per i problemi accusati dal brasiliano (“un pezzo progettato male”, come dirà lo stesso Newey nel suo libro How to build a car). Ayrton Senna, dunque, vittima degli errori dei suoi progettisti, in quella che – a leggere le parole di Newey – sembra avere il sapore di una tragedia annunciata. Se però le considerazioni del progettista inglese vengono interpretate tenendo conto delle modifiche ai regolamenti del 1994 fanno capire che, forse, si tratta di una situazione che parte da lontano e che gli stessi tecnici di Didcot forse non potevano prevedere.

Cristian Buttazzoni
Cristian Buttazzoni
"Life is about passions. Thank you for sharing mine". (M. Schumacher) Una frase, una scelta di vita. Tutto simboleggiato da un numero, il 27 (rosso, ma non solo)

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