Un’altra sfida passata alla storia di Interlagos si combatte nel corso del 2006, gara che sembra già essere segnata ancora prima di essere corsa. Alonso, infatti, ha già mezzo titolo in tasca, dopo la clamorosa rottura del motore della Ferrari di Schumacher a Suzuka, cui si aggiunge il colpo di sfortuna che tocca al Kaiser nel corso delle qualifiche, visto che non riuscirà a prendere parte alla Q3 e scatta dalla quinta fila. A tentare di aiutarlo però c’è Felipe Massa, che scatta dalla pole position, con l’obiettivo di provare ad aiutare il compagno di squadra. Il brasiliano si invola al via, mentre il tedesco prova a risalire.
La gara viene interrotta al secondo giro, a causa dell’incidente tra Rosberg e Webber, mentre anche Heidfeld e Kubica si toccano; un doppio duro confronto tra compagni di squadra che getta scompiglio nell’equilibrio della gara di Interlagos. Alla ripresa, Massa riparte senza problemi, mentre Schumacher, nel ricucire lo strappo per tentare di affondare su Alonso sperando in un errore dell’asturiano, si trova di fronte il suo compagno di squadra Fisichella, con il quale ingaggia da subito un duro confronto. I due si affrontano alla S di Senna, con il Kaiser che entra di prepotenza all’interno e Fisico che tenta di resistere, ma senza cercare il contatto. Però, nell’impostare la frenata, l’alettone della Renault numero 2 va a tagliare la gomma posteriore sinistra della Ferrari numero 5, che scivola in modo che la gomma finisce per sgonfiarsi ed è costretta a rientrare ai box al rallentatore. All’uscita dai box, il tedesco è quasi doppiato, mentre Alonso è terzo alle spalle di Raikkonen.
Le due Ferrari sono le vetture più veloci in pista, tanto che lo stesso Schumacher si lancia in una rimonta che ha dell’incredibile. Ma a dare il colpo di grazia alle speranze del tedesco arriva il gioco di strategia della Renault, che ritarda il pit-stop di Alonso di un giro permettendogli così di sopravanzare Raikkonen. Ma a fare notizia è la rincorsa di Schumacher, che uno dopo l’altro si fa beffe di tutti i suoi avversari, ingaggiando un fantastico duello proprio con il finnico della McLaren, che non si dà per vinto e resiste fino a che non viene costretto all’errore al Bico de Pato, lasciando la posizione al ferrarista. La rincorsa di Schumacher a Interlagos non è finita, vuole il podio, vuole almeno finire davanti ad Alonso, ma i giri diminuiscono e alla fine Schumacher si ritrova a soli 5 secondi dai due; un’inezia se si considera l’enorme mole di secondi guadagnati nel corso della gara, tanto che concluderà la gara a 24 secondi da Massa, che fa dimenticare presto Barrichello e trionfa in casa, forse merito anche della tuta verdeoro creata apposta per l’occasione, aprendo suo malgrado la passerella alla festa di Alonso, che viene incoronato Campione del mondo per la seconda volta di fila, e celebrando nel migliore dei modi l’uscita di scena (momentanea) di Michael Schumacher, che saluta la Formula 1 da autentico fuoriclasse, omaggiato dalla Ferrari nel migliore dei modi, essendo il pilota che più di chiunque altro ha illuminato la storia della Scuderia di Maranello. Ma è stato omaggiato anche da tutta la Formula 1, per essere stato il pilota più vincente della storia, tanto da aver collezionato una serie di successi pari a quella di Senna e Prost messi insieme.