Nugnes: “Red Bull potrebbe giocare con l’ idraulica delle sospensioni”

Red Bull e Renault hanno sorpreso tutti per le loro performance nel GP del Messico. Franco Nugnes ospite nella puntata n°119 di Pit Talk ha espresso il suo parere sul binomio Red Bull-Renault.

Nel GP del Messico è stata la Red Bull l’assoluta dominatrice della corsa. Il pacchetto telaio power-unit ha permesso una vittoria “facile” per Max Verstappen, alla sua seconda vittoria stagionale. Tuttavia secondo Franco Nugnes la vittoria della Red Bull è più attribuita al telaio, piuttosto che alla power-unit francese.

Il direttore di Motorsport.it è intervenuto a Pit Talk, ribadendo il concetto della competitività attuale delle monoposto di Milton Keynes. Secondo Nugnes la differenza tra la power-unit evoluta della Renault e quella vecchia non è di due decimi, ma bensì è la stessa cosa tra le due specifiche.

 

” Non è affatto merito del motore Renault se la Red Bull è così competitiva. Ce ne sono diverse di power-unit Renault, ma più di qualcuna ha grossi problemi d’affidabilità. “

Poi Franco Nugnes ha affermato che con l’uscita di Charles Bukowski dalla direzione tecnica della FIA, la Red Bull ha approffitato di questo cambiamento ai vertici della Federazione. Bukowski è sempre stato fiscale sul regolamento tecnico, ovvero su quello che si può fare e quello che non si può fare. Con il ritorno di Charlie Whiting al ruolo occupato da Bukowski sino a qualche tempo fa, la Red Bull ne ha approffitato secondo Nugnes:

“I maligni del paddock, tra cui io, sostengono che con l’uscita di Budkowski dalla direzione tecnica della FIA, che aveva messo delle line piuttosto dure su ciò che si poteva o non poteva fare, con il ritorno di Whiting in quel ruolo credo che a Milton Keynes abbiano ricominciato a prendersi delle “libertà” di giocare con i sistemi idraulici della sospensione!”

Inoltre all’interno del team sono molto bravi a gestire l’assetto estremo sulla RB13, ovvero quello nell’avere una bassa resistenza nei rettilinei (effetto rake), garantendo un’ottima percorrenza di curva ed avere elevate velocità di punta. Secondo il direttore di Motorsport.com è stato troppo repentino questo aumento di performance della Red Bull in così pochi GP, quindi è logico che ci sia qualche sospetto sulla regolarità tecnica della monoposto.

In effetti  anche in Messico le monoposto anglo-austriache riuscivano a raggiungere le stesse velocità di punta dei motorizzati Mercedes e Ferrari. Con un assetto estremo che ben si adatta alla RB13, la Red Bull riesce a compensare i minor cavalli del motore Renault (Tag Heuer ndr).

In pochi GP la scuderia di Milton Keynes da terza forza del mondiale, è diventata la prima se guardiamo questi ultime corse, anche se difficile dirlo con certezza. Ma una cosa è sicura, per il mondiale 2018 ci sarà anche la Red Bull a lottare con Mercedes e Ferrari. Il regolamento tecnico attuale non subirà nessun cambiamento per la prossima stagione, dunque le previsioni per una lotta a tre come in questo finale di 2017 è più che possibile. Negli ultimi 2 GP rimanenti, la Red Bull punta chiaramente a vincere sia in Brasile, sia ad Abu Dhabi.

Gran parte del merito di questa ritrovata competitività nel team anglo-austriaco va attribuita agli upgrade di telaio ed aerodinamica, apportati dal genio di Adrian Newey. Però una piccolo riconoscimento va anche alla Renault, perchè il costruttore francese ha dimostrato di aver incrementato la sua potenza, avvicinandosi notevolmente a Mercedes e Ferrari. Anche se manca ancora qualcosa in termini di affidabilità.

L’esempio non vale solo per la Red Bull, pure il team ufficiale ha sempre centrato la top-10 in questi ultimi GP, ovvero da quando sono arrivati gli aggiornamenti motoristici. Aspettiamoci nel 2018 una power-unit Renault agli stessi livelli di Mercedes e Ferrari, e li arriverà il bello per Red Bull, il team Renault e McLaren.

Alberto Murador