Sia chiaro: nelle mie critiche agli eventi che hanno messo fuori dai giochi la Ferrari per il Campionato Mondiale di F1 2017 non c’è nessuna accusa di colpevolezza alla gestione sportiva di Maranello. Meno che mai al Team Principal Maurizio Arrivabene. Niente affatto!
di Renato Ronco
Anzi, vorrei raccontare un episodio di oltre 20 anni fa quando, e molti lo ricorderanno, ad un Gran Premio di Germania battuto dalla pioggia il box Ferrari si trovò impreparato ad un ingresso di Schumacher al pit-stop: non si trovavano le gomme da sostituire. Grande confusione e gara compromessa. Il giorno successivo nel Processo di Biscardi ( a quell’epoca su TMC ) il buon Aldo – al quale va il mio ricordo proprio oggi dopo la sua scomparsa – voleva commentare l’episodio e durante il pomeriggio, mentre era in corso a Maranello una riunione abbastanza infuocata, lui mi tempestava di telefonate per sapere se Jean Todt sarebbe stato licenziato dopo il fattaccio, pensando che io potessi avere notizie di prima mano.
E ricordo che al mio “pronto” al telefono mi chiedeva “ Allora, lo cacciano?“. Ed io a spiegargli che in F1 le cose girano diversamente dal calcio, che un disguido o un errore in pista non causano il licenziamento dell’allenatore tout-court “ alla Zamparini” diciamo. E lui insisteva. Inutilmente. Ed infatti Todt rimase bene in sella e guidò poi la Ferrari alla messe di successi dell’era Schumacher che ben conosciamo.
Ed oggi ribadisco il concetto: le complicanze di un giorno o due non possono e non devono mettere in discussione la dirigenza del team. Devono sollecitarla ad un impegno ancor maggiore, questo si, perché dopo aver riportato una squadra al livello della competitività bisogna farla salire ai vertici che merita. E che meritano tutti i tecnici ed i meccanici per il loro appassionato lavoro, Maurizio Arrivabene in testa.
Renato Ronco