Ferrari, affidabilità componenti esterni: analogie con il 1985

La storia della Ferrari è stata spesso contraddistinta da mirabolanti vittorie ma anche da sonore sconfitte, alcune giunte proprio in prossimità della conquista del titolo mondiale, a causa di rotture improvvise o cali prestazionali inspiegabili.

di Federico Sandoli

Una delle sconfitte che più lasciò l’amaro in bocca fu quella del 1985, non tanto per il titolo perso – anche in epoche recenti abbiamo visto sfumare la vittoria all’ultima gara – ma per come maturò, creando analogie col campionato in corso.

Michele Alboreto in quella stagione si trovava in testa alla classifica quando una improvvisa moria di motori lo costrinse a cedere terreno, ed anche il titolo. Un titolo mondiale di un italiano con la Ferrari non avveniva dai tempi di Ascari. Il milanese in quella stagione non fece nessun errore, anzi fu spesso superiore a Prost che faticava ad adattare la McLaren-Porche ai nuovi pneumatici GoodYear.

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Per tutta la prima parte della stagione il milanese riuscì a tenere testa al francese – grazie anche ai problemi McLaren – arrivando a fine estate, e quindi in prossimità del finale di stagione, in testa al campionato. Dal GP d’Italia, però, tanti problemi di affidabilità colpirono la Ferrari e costrinsero l’italiano a non poter contrastare la rimonta del francese.

Qualche tempo dopo si seppe che il Drake, mal consigliato, optò di cambiare il fornitore delle turbine passando da quelle fabbricate dall’americana Garret alle KKK dalle KKK alle americane Garret. Il tutto perchè i collaboratori più stretti gli avevano paventato la possibilità che la casa tedesca favorisse la McLaren-Porche. Purtroppo le nuove turbine non si rivelarono adatte al motore Ferrari e il povero Alboreto dovette ritirarsi, impotente, in tutte le gare rimanenti fino alla fine della stagione.

Questo fatto viene spesso riportato in questi giorni per accomunarlo a quanto sta capitando in questo finale di stagione alla rossa ma i fatti, seppur simili, sono diversi. Quest’anno tutto parte dalla sonora sconfitta di Monza e dalle parole del Presidente, non certo tenere nel dopo gara, che hanno posto la scuderia nella condizione di dover provare l’affondo alla Mercedes nel finale di stagione. Ecco che la Ferrari quindi ha provato ad aumentare le proprie prestazioni dimostrando anche a chi aveva qualche dubbio che la bontà del progetto non è in discussione.

Non dimentichiamoci che la componentistica esterna viene comunque progettata su precisi feedback Ferrari, quindi la stessa rossa, oltre a lamentarsi per un calo della qualità dei materiali, dovrebbe chiedersi se la progettazione degli stessi era all’altezza delle prestazioni richieste. Vedremo nelle prossime gare, cosa accadrà anche se, ormai, il titolo è praticamente perso nonostante la matematica non condanni ancora in via definitiva. La speranza è avere una Ferrari comunque protagonista nelle ultime gare. Per i rinvii a giudizio ci sarà tempo.

Federico Sandoli