Un Hamilton spaziale vince il GP di Singapore, sfruttando la peggior giornata dell’anno della Ferrari.
Meno male che si doveva limitare i danni. Questo viene da pensare dopo il GP di Singapore. Questo era il mantra dopo le qualifiche molto poco incoraggianti delle due Mercedes. Invece la folle partenza ha totalmente ribaltato le carte in tavola.
Hamilton era stato premonitore in questo senso. Sapeva dentro di lui che la Mercedes avrebbe sofferto, ma sperava che capitasse qualcosa ha suo favore. Come ha poi dichiarato al termine della gara, Dio l’ha benedetto. E c’è da credergli.
Pronti via, le due Ferrari si autoeliminano. Un harakiri devastante come non si vedeva da un po’, Barcellona 2016. Allora protagonisti furono Hamilton e Rosberg, stavolta Vettel e Raikkonen, più l’incolpevole Verstappen. Un bagno di sangue – rosso, ironia della sorte – che ha apparecchiato la vittoria al campione inglese.
Dai giri successivi, però, Hamilton la fortuna se l’è meritata. A suon di giri veloci, ha spedito Ricciardo a cinque secondi di ritardo. Al momento di passare dalle intermedie alle slick ultra-soft, poi, un altro capolavoro. La chiamata ai box un giro dopo la Red Bull è stata utile a raddoppiare il vantaggio sull’australiano. Tutto questo nonostante varie safety car, d’ordinanza a Singapore, abbiano tentato di rovinare i piani della Mercedes.
Da lì alla fine l’inglese ha dovuto solo gestire, e prendersi una vittoria meritatissima. Il regalo delle Ferrari, ma soprattutto un passo gara che nessuno si aspettava – forse neanche alla Mercedes – hanno permesso a Hamilton di cogliere una vittoria fondamentale. Il terzo posto finale di Bottas permette alla Mercedes di blindare il mondiale costruttori. Ma soprattutto quella che doveva essere la gara del riscatto Ferrari, dopo la batosta di Monza, è stata il banchetto di Hamilton. La sua vittoria, e la caporetto della Ferrari, gli permettono di portarsi a +28 su Vettel. Una prospettiva rosea per il numero 44, che gli permetterà di gestire con più tranquillità i risultati delle prossime gare.