Shadow, una lunga avventura in Formula 1 firmata Dan Nichols


Ma, forse, quando tutto sembra andare nella giusta direzione, ecco che la malasorte ci mette lo zampino. Nel 1974, infatti, Southgate disegna la nuova DN3 con un passo più lungo rispetto alla precedente, affidandola a un nome “strappato” a una delle sue rivali nella CanAm, la McLaren, vale a dire Peter Revson, mentre Jean-Pierre Jarier, subentrato alla fine della stagione precedente, guiderà la DN1. L’accoppiata Southgate-Nichols ci vede di buon occhio, tanto che Revson si qualifica quarto e sesto nel corso delle prime due gare, ma in Sudafrica ecco che accade qualcosa di inspiegabile. Nel corso delle prove libere, Revson, impegnato in un giro lanciato, affronta la seconda curva del circuito di Kyalami, la Barbeque Bend, in accelerazione, ma un dado della sospensione anteriore si trancia e per Revson l’impatto contro le barriere è inevitabile. La sua Shadow si incendia, Revson muore all’istante. Ne nascerà un acceso scontro tra Southgate e i legali della famiglia di Revson, che l0 informano della morte del suo pilota. Le Shadow in Sudafrica non corrono, il garage chiuso per lutto, con Jarier che non viene schierato.

Il francese ora veste i panni di leader del team, cui viene affiancato prima Brian Redman e poi Tom Pryce. Il francese regala di nuovo un sorriso a Nichols grazie al terzo posto di Montecarlo, seguito dal quinto posto in Svezia. Ma la monoposto si dimostrò parecchio inaffidabile, a causa di diverse noie meccaniche che costelleranno di ritiri tutta la stagione 1975. Ma il potenziale c’è, visto che, quando non si ritira, la Shadow va a punti, firmando anche un bel podio con Pryce in Austria. Non solo, nelle prime due gare la Shadow di Jarier parte addirittura al palo (risultato replicato da Pryce a Silverstone), prendendosi anche il giro record in gara a Interlagos. Jarier prova a sostituire la sua monoposto con la DN7, che ospita un motore nuovo, il V12 Matra, ma l’esperimento è destinato a fallire dopo due gare, a causa dei due ritiri del francese. Nel 1976 viene varata una versione B della monoposto DN5, con il team che perde la partnership con la UOP; l’affidabilità migliora, ma a discapito delle prestazioni. Un’altra stagione di transizione, quindi, in attesa di tempi migliori.