La Ferrari e Schumacher dettano la loro legge in un Gran Premio che nelle prime edizioni vide sempre il colore rosso predominante.
Fin dalla prima edizione il Gran Premio della Malesia è sempre stato territorio di conquista per la Rossa.
Nel 1999 Irvine, protetto dal rientrate Schumacher, finalmente ristabilito dopo l’incidente di Silverstone, si aggiudicò la corsa nonostante il giallo della verifica a fine gara con squalifica e riammissione.
Nel 2000 fu il kaiser a dettare la sua legge, vincendo e portando a Maranello il titolo costruttori.
Per l’edizione del 2001 a Maranello si respira un certo ottimismo. La conquista della prima fila a Melbourne e la conseguente vittoria del tedesco, avevano spazzato via i timori sulla tenuta della macchina, visto che in prova sia al Mugello che a Fiorano qualche problema di affidabilità lo aveva palesato.
Fin dal venerdi del week end malese le rosse si trovano costantemente al vertice e, a conferma di una superiorità disarmente, Schumacher e Barrichello conquistarono nuovamente la prima fila relegando Hakkinen al quarto posto e Coulthard addiritura all’ootavo.
Il giorno della gara venne salutato da una perturbazione che scaricò un violento scroscio proprio durante il warm up, evento che costrinse tutte le squadre a rifare l’assetto in vista di una gara bagnata. Come nella trdizione malese, le previsioni di forti rovesci monsonici non vengono rispettate e, allo schierarsi delle macchine, un tempo asciutto e umido era pronto a stravolgere per l’ennesima volta le strategie di tutte le squadre.
Il primo colpo di scena lo si ebbe durante la procedura di partenza in quanto, a causa dell’errore di Fisichella nello schierarsi dalla piazzola sbaglaita, la si dovette ripetere due volte. Al via le due rosse scattarono in testa imprendibili come lepri, o meglio cavallini, ma l’improvvisa rottura del motore della Bar di Panis creò scompiglio in pista tanto che le due rosse scivolarono sull’olio in pista andando a sfiorare le protezioni e rientrando in pista a centro gruppo. Neanche il tempo di realizzare la posizione di classifiche che un violento temporale di scatenò sulla pista causando parecchi testacoda e obbligando la direzione gara a far entrare la Safety car. Tutte le squadre aprofittarono della macchina di sicurezza per rientrare ai box e montare le gomme da bagnato, tranne la Ferrari che optò per le medie ma che nelle concitate operazioni fece perdere ai propri piloti entrambi fermi uno dietro lèaltro più di un minuto col rischio concreto di venire doppiati dalla Safety car e rimanere doppiati a un giro rispetto agli altri concorrenti. Fortuna volle che la pioggia aumentò e le macchine in pista rallentarono ulteriormente tanto che le rosse rientrarono ultime ma nello stesso giro della Safety car.
Al cessare della pioggia, i due ferraristi si trovavano lontanissimi dalle posizioni di testa ma l’asfalto che andava asciugandosi premiava l’azzardo ferrarista, infatti Schumacher come un tornado saltò il proprio compagno di squadra e si buttò alla caccia degli avversari che passava uno ad uno fino a conquistare al sedicesimo giro la prima posizione con un vantaggio quasi incolmabile.
Dopo le emozioni dei primi giri la gara si avviò stancamente al traguardo con le due Ferrari in prima e seconda posizone e con una coda polemica di Barrichello che, non ancora conscio del suo ruolo di guarda spalle di Schumacher, fece le due dimostranze a Todt per il sorpasso subito dal compagno di squadra reo di aver messo a repentaglio la corsa di entrambi e non aver rispettato la graduatoria stabilita dalla pista fino a quel momento.
La Malesia ci regalò uno Schumacher imbattibile in condizioni da bagnato, una Ferrari seriamente candidata ad entrambi i titoli e un Barrichello che, da quella gara, inaugurò una serie di lagnanze tanto da esser ribatezzato “uomo lagno”.
La classifica finale del Gran Premio:
Pos | No | Pilota | Costruttore | Pneumatici | Tempo | Distacco |
---|---|---|---|---|---|---|
1 | 1 | Michael Schumacher | Ferrari | B | 1’35″220 | |
2 | 2 | Rubens Barrichello | Ferrari | B | 1’35″319 | +0″099 |
3 | 5 | Ralf Schumacher | Williams – BMW | M | 1’35″511 | +0″291 |
4 | 3 | Mika Häkkinen | McLaren – Mercedes | B | 1’36″040 | +0″820 |
5 | 12 | Jarno Trulli | Jordan – Honda | B | 1’36″180 | +0″960 |
6 | 6 | Juan Pablo Montoya | Williams – BMW | M | 1’36″218 | +0″998 |
7 | 10 | Jacques Villeneuve | BAR – Honda | B | 1’36″397 | +1″177 |
8 | 4 | David Coulthard | McLaren – Mercedes | B | 1’36″417 | +1″197 |
9 | 11 | Heinz-Harald Frentzen | Jordan – Honda | B | 1’36″578 | +1″358 |
10 | 9 | Olivier Panis | BAR – Honda | B | 1’36″661 | +1″441 |
11 | 16 | Nick Heidfeld | Sauber – Petronas | B | 1’36″913 | +1″693 |
12 | 18 | Eddie Irvine | Jaguar – Cosworth | M | 1’37″140 | +1″920 |
13 | 22 | Jean Alesi | Prost – Acer | M | 1’37″406 | +2″186 |
14 | 17 | Kimi Räikkönen | Sauber – Petronas | B | 1’37″728 | +2″508 |
15 | 19 | Luciano Burti | Jaguar – Cosworth | M | 1’38″035 | +2″815 |