Gasly rimpiazza Kvyat in Toro Rosso; in Red Bull via se non corri al “Max”

Già in Malesia ci sarà Pierre Gasly al posto di Dani Kvyat al volante della Toro Rosso. I vertici di Red Bull si confermano spietati con i loro talenti. Solo Max Verstappen gode di una certa, meritata, impunità.

La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno. Con una nota sul proprio sito Toro Rosso annuncia che già dal GP di Malesia affiderà la sua monoposto al pilota francese Pierre Gasly.

Gasly, campione in carica della GP2, sostituirà Daniil Kvyat nelle due trasferte di Malesia e Giappone. Kvyat è accusato da parte del Team Principal di Toro Rosso Franz Tostdi non aver saputo esprimere il suo potenziale”. Per il pilota russo è capolinea della sua avventura in Red Bull e molto probabilmente della sua carriera in F1.

In famiglia Red Bull , di cui l’italiana Toro Rosso è il reparto giovani, si fa l’impossibile per dare ai nuovi talenti l’opportunità di arrivare in F1. E anche vero però che tante volte con rapidità a molti vengono “ tolte le ali”. Negli anni Klien, Alguesari, Vergne e ora Kvyat ne sono stati l’esempio.

Arrivato in Toro Rosso nel 2014 Kvyat era stato promosso in Red Bull l’anno successivo. Il 2015 per lui fu un annata positiva. In classifica chiuse addirittura davanti a Ricciardo. Nel 2016 il buio. Fu nuovamente retrocesso nel team faentino a stagione in corso per lasciar spazio a Verstappen. Era il maggio del 2016, GP di Spagna. Verstappen  al debutto in Red Bull centrò il suo primo e fin ora unico successo in F1.

Da quel cambio di sedile Kvyat non si riprese mai del tutto. Con l’incidente di Singapore, dovuto ad un grossolano errore di guida, i vertici di Red Bull hanno deciso per l’appiedamento.

Curioso come questa filosofia priva di fronzoli non sia mai stata applicata a Verstappen . Una provocazione certo, Max merita di correre in Red Bull. Il suo è un talento puro anche se in questa stagione emergono i limiti di un pilota 19enne sicuramente promettente  che meriterebbe crescere e poter sbagliare magari lontano dall’occhio del ciclone.

Forse in Red Bull si è semplicemente troppo veloci nei processi. Troppo veloci nel far fuori chi delude e troppo veloci promuovere chi, come Verstappen, ha mostrato di essere ben più che di una spanna sopra la media.