Situazione paradossale in casa Red Bull. Dopo l’ennesima gara gagliarda di Ricciardo e culminata con un podio, Verstappen ha collezionato il sesto ritiro su dodici gare. Sotto accusa la power unit Renault che fornisce gli austriaci. E intanto scoppia il caso Verstappen: l’olandese ha fatto outing minacciando un addio alla Red Bull se la situazione non dovesse migliorare.
di Francesco Svelto | Follow @f_svelto
La gara di Spa – Red Bull, gioie e dolori. Se all’indomani della mitica corsa delle Ardenne il team austriaco può festeggiare un altro podio per Daniel Ricciardo, lo stesso sentimento di euforia non può essere condiviso dal compagno di squadra dell’australiano, quel Max Verstappen che proprio ieri correva una – quasi – gara di casa davanti a tantissimi suoi tifosi (e con tanto di casco particolare per l’evento) e che si è visto appiedare per l’ennesima volta dalla sua RB13.
Ricciardo ancora a podio – Ma andiamo con ordine. La ripresa delle ostilità per i tori rossi ha fruttato l’ennesimo podio, arrivato a valle di una gara tenace portata avanti dal quel Daniel Ricciardo che è solito fornire prestazioni concrete, consistenti, che portano punti e soddisfazioni a lui e al team. Una gara consolidata nella sua seconda parte, quando con gomme super soft era tra i più veloci in pista. Bellissima, tra l’altro, la manovra che ha proiettato il simpaticissimo pilota di Perth dalla quinta alla terza posizione, avvenuta al restart subito dopo la safety car al 34esimo giro, quando in un sol boccone ha approfittato di una doppia scia – Raikkonen e Bottas – sul rettilineo del Kemmel. Un sorpasso che esalta tecnica e qualità dell’australiano, che ha saputo sopperire al deficit della sua power unit e approfittando addirittura del contesto per superare i suoi diretti concorrenti. Alla fine, come detto, per Ricciardo arriva un podio, il sesto stagionale per lui.
Verstappen ancora out – Stesso numero non di podi – sei – ma di ritiri è il triste bottino di Max Verstappen che a Spa è addirittura arrivato a toccare quota 50% di gare in cui si è dovuto ritirare in questa stagione. Dopo Barcellona, Montreal, Baku e Zeltweg, anche a Spa è arrivato un risultato a dir poco disastroso che conferma la cronica mancanza di risultati dell’olandese che dopo la stagione passata – in cui ha proiettato se stesso nell’olimpo dei grandi della F1 – si trova costretto quest’anno ad abbassare le sue altissime aspettative a causa della non-affidabilità della power unit. Tutto questo è quantomeno strano e la domanda nasce spontanea: perchè quasi tutte le noie tecniche capitano al talentuoso Verstappen e quasi mai al compagno? E’ solo sfortuna?
Verso Monza – E se tutto ciò non bastasse, ci sono altri elementi che appesantiscono l’aria intorno al pilota olandese. Il primo è relativo al prossimo GP di Italia che si correrà domenica, nel quale a Verstappen verrà inflitta una penalità di diverse posizioni in griglia in quanto dovrà per forza di cose utilizzare una o due componenti della power unit che eccedono le quattro regolamentari (molto probabilmente in Red Bull opteranno per la medesima soluzione anche sulla vettura di Ricciardo).
Si accende la miccia – Ma è il secondo elemento che è il principale indiziato ad agitare le acque in cui naviga Verstappen, e arriva direttamente dalle parole del padre. Jos Verstappen ha affidato ad una tv olandese tutto il rammarico suo e del figlio, tuonando di come ci sia “[…] la volontà del pilota a chiarire questi episodi con Red Bull perchè se questa tendenza dovesse continuare, il rapporto tra le parti potrebbe giungere ad una conclusione“.
Stati d’animi molto tesi, sicuramente enfatizzati a valle di una gara negativa e quindi molto soggetti al contesto del momento. Verstappen e Red Bull sono comunque legati in maniera molto forte e cercare un posto, ora o fra un po’, nei due top team significherebbe andare a bussare alla porta di chi non ha certo problemi di piloti. Impossibile pensare ad un Verstappen vestito di rosso a breve (i due ferraristi son stati confermati qualche giorno fa), Non impossibile ma altamente improbabile vederlo vestito d’argento. In F1 mai dire mai. Intanto la bomba ha la miccia accesa.
Francesco Svelto