Monza: il tempio della velocità

Da quando è stato mutilato il vecchio circuito di Hockenheim, spetta a Monza la definizione di tempio della velocità. Un tracciato storico, dove la Formula 1 ha fatto sempre tappa.

di Giuseppe Gomes

Poco più di 29 anni fa moriva Enzo Ferrari. Era il 14 agosto del 1988, un anno passato alla storia con la lotta fratricida tra le due McLaren di Prost e Senna, che furono in grado di conquistare ben 15 pole su 16 appuntamenti, dominando su tutte le piste e in tutte le condizioni e lasciando le briciole agli alfieri della Rossa: Berger e Alboreto. Tutto lasciava presagire che anche la gara di Monza vedesse le due vetture di Woking davanti a tutti, in grado di lasciare dietro anni luce la concorrenza, tant’è che al sabato la prima fila fu tutta McLaren, con Senna davanti al compagno di squadra Prost. Una gara partita tranquilla e proseguita nello stesso modo, con i due della McLaren ampiamente davanti agli altri. Già quegli “altri”, che vedevano proprio le due rosse di Berger e Alboreto dietro al duo di testa. Al 35° giro il primo colpo di scena, con Prost che prime alzò incredibilmente il ritmo, dovendosi poi ritirare a causa di un guasto sul suo motore Honda. Senna davanti con distanti le due rosse. Ma fu a tre giri dalla fine che avvenne il “miracolo”, se così si può definire. Senna “inciampò” in Schlesser, un pilota Williams che neanche doveva partire, un doppiaggio che diventò un incubo per il brasiliano, che prima venne toccato, poi si girò e ritirandosi. C’è chi dice che quella doppietta la volle il Drake da lassù, fatto sta che, in un’annata dominata in lungo e in largo dalle McLaren, arrivò la doppietta più insperata, inattesa e dolce. Un giusto saluto all’uomo che diede il via alla leggenda. Dietro a Berger e Alboreto chiuse Cheever.

Una doppietta sicuramente più semplice fu quella del 2002, che resta, tutt’ora, l’ultima doppietta rossa in quel di Monza. Siamo nel pieno del dominio rosso, con una F2002 che trita senza problemi tutti i suoi avversari, su tutte le piste, in tutte le condizioni. Da buon tempo della velocità qual è il motore svolge un ruolo fondamentale, e la Williams BMW probabilmente era quella che deteneva il maggior numero di cavalli nel suo V10. In qualifica infatti fu Juan Pablo Montoya a siglare la pole, davanti a Michael e Ralf Schumacher. Il primo giro si concluse, tra ruotate e tagli di chicane, con davanti il duo Williams, comandato da Schumacher davanti a Montoya, con subito dietro le due rosse di Barrichello e Michale Schumacher. I motori BMW, per quanto potenti e performanti, avevo un problema: l’affidabilità. Infatti pochi giri dopo il via, capitolò il motore del povero Ralf, che lasciò la testa della corsa a vantaggio del compagno di squadra. Il passo della F2002 era decisamente superiore rispetto a tutti gli altri, tant’è che prima Barrichello, poi Schumacher, sopravanzarono il colombiano. Di li in avanti fu una cavalcata rossa, condita dal ritiro di Montoya e successivamente di Raikkonen, che lasciarono, di fatti, il podio ad una incredibile Jaguar guidata da una vecchia conoscenza rossa: Eddie Irvine. Un week end indimenticabile per i tifosi del cavallino, con un podio praticamente tutto rosso.

Forse però, l’edizione più memorabile resta quella del 2008. Potremmo titolarla come “l’ascesa di un fenomeno”, perché quello che successe a Monza, sotto il diluvio, nel 2008 è rimasto nella storia. Le qualifiche del sabato portarono già ad un risultato straordinario per il giovane pilota della Toro Rosso, con un’impensabile pole position davanti alla McLaren Mercedes di Kovalainen e alla Red Bull di Webber. Indietro i protagonisti del mondiale: sesto Massa, quattordicesimo e quindicesimo Raikkonen ed Hamilton. Domenica si partì sotto regime di safety car sotto una pioggia continua e costante. In condizioni così critiche brillò il talento cristallino di Vettel, che dominò tutta la gara dal primo all’ultimo giro, portando a una storica vittoria il team erede della Minardi. Una gara che fu animata dalla rimonta inferocita di Hamilton, che sotto la pioggia portò a termine un quantitativo incredibile di sorpassi, con una Ferrari sorniona sia con Massa che con un Raikkonen sempre più in crisi dopo l’incidente di Spa. Il primo canto dell’asso di Heppenheim, prima della sua consacrazione nel 2010. Sul podio conclusero Kovalainen (Che con una McLaren stellare non riuscì ad impensierire la Toro Rosso di Vettel) e un ottimo Kubica che colse in rimonta un grandissimo podio.

Questa la storia, domenica il presente. Si va a Monza con davvero poche certezze, soprattutto dopo la gara di Spa. Perché poche certezze? Bè se si considera che Spa era vista come una pista “pro-Mercedes” allora ci si può aspettare di tutto da una pita decisamente più “equilibrata”, dato che in Belgio la rossa è apparsa decisamente in forma, non solo in qualifica ma anche in gara, braccando per tutti e 44 i giri la Mercedes di Lewis Hamilton. Monza è una pista si di motore, ma serve anche tanta trazione e equilibrio sulle poche ma cruciali curve disegnate all’interno del parco. Ci aspetta sicuramente un week end caldissimo, visto e considerato che si arriva in Italia con un Vettel in testa al campionato (anche se per pochi punti) con una SF70-H che, salvo cataclismi, è apparsa in forma anche su piste che tecnicamente non le sono “favorevoli”. Come si suol dire, la pista è l’unico verdetto, per questo non resta che attendere il venerdì di prove per il primo approccio con il tempio della velocità.

Orari GP Monza 2017 (diretta SKY – RAI):

Venerdi 1 settembre
ore 10.00-11.30 Prove libere 1
ore 14.00-15.30 Prove libere 2

Sabato 2 settembre
ore 11.00-12.00 Prove libere 3
ore 14.00 Qualifiche

Domenica 3 settembre
ore 14.00 Gara