mercoledì, Settembre 27, 2023

F1 | Digione 1979, va in scena l’epico duello Villeneuve-Arnoux

Invece, il biondino tutto pepe si mette in mostra da subito, lanciandosi in una rimonta furibonda in cui, uno dopo l’altro, infila Lauda, Jarier, Piquet e Scheckter, tanto da firmare il giro record e risalire fino al terzo posto. Scheckter, in crisi, perde altre posizioni fino a uscire dalla zona punti, tanto da essere costretto alla sosta ai box per sostituire le gomme. I guai iniziano qualche tornata prima anche per l’altra Ferrari, quella di Villeneuve, che poco dopo metà gara, al 47. giro, viene superato da Jabouille e si vede avvicinare l’ombra della seconda Renault, quella di Arnoux, che annusa che la Ferrari numero 12 ha un problema e, giro dopo giro, si avventa sul canadese. Ma se il funambolico biondino pensava fosse sufficiente il turbo per superare l’Aviatore si sbagliava di grosso, e a 3 giri dalla fine inizia lo spettacolo.

Parte Arnoux, che sferra un primo attacco a Villeneuve, che resiste da far suo, rimanendo appaiato per tutta la prima curva. Il bel René sta davanti per un giro intero, prima di arrivare in fondo al rettilineo dove Gilles si mangia tutto lo svantaggio e infila la prima curva a ruote fumanti, buttandosi letteralmente all’interno di Arnoux e prendendosi lui, stavolta, la seconda posizione per un giro. Ma l’ultima tornata è da cineteca e merita di essere raccontata per intero e tutta d’un fiato: prima la toccata in fondo al rettilineo, con le ruote di Villeneuve che fumano anche a causa dei problemi ai freni, poi il sorpasso di Arnoux oltre ai limiti della pista (andatelo a spiegare a Charlie Whiting…) seguito dalla doppia epica sportellata di Villeneuve che prova a tornare davanti di forza, ma si scompone e lascia la porta aperta ad Arnoux. Finita? Macché, nemmeno il tempo di fare una curva e la situazione cambia di nuovo, con Villeneuve che approfitta a sua volta del varco lasciato aperto da Arnoux, conquista il secondo posto e lo difende fino alla fine. E così, Jean-Pierre Jabouille porta per la prima volta nella storia una vettura con il motore turbocompresso alla vittoria (la prima nella storia della Renault), ma tutti sono catturati da quello che succede alle sue spalle, con un grandissimo Gilles Villeneuve che riesce a tenersi dietro un altro grandissimo, René Arnoux. Tre giri da delirio che meritano di essere rivisti con la telecronaca del compianto Mario Poltronieri.

Divameperanno le polemiche nel dopogara, con Carlo Chiti che non mancherà di manifestare tutta la propria contrarietà per lo spettacolo, quasi a invocare certi provvedimenti che molti anni più tardi sarà la stessa FIA a introdurre (basta vedere la situazione attuale) e persino Scheckter redarguirà Villeneuve, ma a difendersi e difendere Gilles ci pensa proprio Arnoux, che afferma che il rischio affrontato dai piloti è sempre calcolato. Di certo non è stata una scena usuale, ma è emersa tutta la bellezza e tutto il fascino delle corse di quegli indimenticabili anni ruggenti, fatta di uomini dal coraggio leonino (per dirla con le parole del compianto Mario Poltronieri usate proprio per quel duello) e monoposto stupende, dove la ricerca esasperata lasciava spesso spazio a sprazzi di genuina inventiva.

Cristian Buttazzoni
Cristian Buttazzoni
"Life is about passions. Thank you for sharing mine". (M. Schumacher) Una frase, una scelta di vita. Tutto simboleggiato da un numero, il 27 (rosso, ma non solo)

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