Quello visto tra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton a Baku è stato un vero e proprio scontro in piena regola, con la furbizia dell’inglese che ha provocato il contatto con il tedesco e la sua reazione inviperita. Un duello che si è vissuto dietro alla safety car e ha avuto i suoi strascichi anche durante l’interruzione della bandiera rossa, con la penalizzazione del tedesco per la ruotata inflitta all’inglese. Va chiarito che, fortunatamente, non c’è stato alcun danno per nessuno dei due piloti negli episodi avvenuti a breve distanza tra di loro, ma la scena che si è vista ha riportato alla mente tanti episodi che hanno costellato la storia – soprattutto recente – della F1 e che, per uno strano scherzo del destino ancora una volta mettono di fronte Sebastian Vettel al suo idolo indiscusso, Michael Schumacher.
Se infatti il tamponamento a Hamilton ha ricordato, in tono minore, l’episodio che ha costato la gara e il Campionato del mondo 1998 a Michael Schumacher (anche se qui, va detto, le responsabilità ad avviso di chi scrive non sono del tutto chiare), dall’altro la successiva ruotata di Vettel a Hamilton ha ricordato l’episodio, sempre in tono minore, tra il 7 volte iridato e Jacques Villeneuve l’anno prima, che gli è costato la perdita di tutti i punti in classifica mondiale a vantaggio di Heinz-Harald Frentzen. Chiariamo subito che gli episodi citati sono completamente diversi rispetto alla toccata tra Hamilton e Vettel, sia per entità dei danni sia per le circostanze nelle quali sono maturati: basti pensare alle condizioni climatiche (nel caso di Spa) e al regime di neutralizzazione che ha caratterizzato questo episodio, con i problemi legati alla gestione del mezzo, che nei due episodi sopra citati non c’erano.
Schumacher, dunque, a Spa è stato vittima (forse colpevole) di una trappola (ammesso che sia tale) che gli è stata tesa da Coulthard, che si è allontanato fuori dalla traiettoria per farlo passare, ma le chiavi di lettura sono opposte a seconda dei punti di vista: per Schumacher si è trattato di una scorrettezza in piena regola fatta apposta da Coulthard per favorire il ritirato Hakkinen, mentre per lo scozzese si è trattato più di una manovra imprudente (anche se la sua volontà era quella di defilarsi). Un episodio ancora molto controverso le cui responsabilità sarebbero state chiarite dall’ammissione di Coulthard, a qualche anno di distanza, ma la si potrebbe più agevolmente leggere come una sorta di negligenza, anche perché è lo stesso Schumacher a inseguire Coulthard invece di prendere la traiettoria ideale, più pulita. Ma per andare alle di trappole dietro la safety car, chi l’ha subita dal tedesco è stato Juan Pablo Montoya, che nel tunnel di Montecarlo va a tamponare il tedesco al tunnel dopo che Schumacher aveva bloccato le ruote, obbligandolo al ritiro.