Dal 1991, il tracciato di Barcellona, che, negli anni, è divenuto un vero e proprio crocevia per la stagione. In 26 anni di Formula 1, sul circuito di Catalunya si sono scritte pagine storiche della Formula 1, dalla prima vittoria di Michael Schumacher in Ferrari alla vittoria di Verstappen nella scorsa stagione, segnando, molto spesso, un momento cruciale per la lotta mondiale.
di Giuseppe Gomes
29 Settembre 1991, la massima Formula sbarca ufficialmente sul circuito di Catalunya, vicino Barcellona. Una gara segnata dalle condizioni climatiche particolarmente complicate, complice la pioggia caduta la mattina a poche ore dall’inizio della gara. Questa è la la gara che, un paio di anni fa, Lewis Hamilton ha citato riguardo la lotta tra due mostri sacri come Mansell e Senna, con la speranza di poter replicare lotte del genere con Sebastian Vettel…con il senno di poi si può dire di essere stato accontentato. Quel ruota ruota tra il campione brasiliano e quello inglese, è diventato un momento emblematico della Formula 1 moderna, ripreso più e più volte per far vedere, alle nuove generazioni, cosa voglia dire combattere in pista. L’esito di quel GP vide comunque il leone inglese chiudere, con la sua Williams Renault, davanti a tutti, con Alain Prost su Ferrari secondo e Riccardo Patrese, compagno dell’inglese, terzo. Senna arrivò quinto, a causa di un errore causato dalla pista scivolosa.
Acqua protagonista anche nell’edizione del 1996. Quella che si abbattè sul circuito del Montmelò fu una vera e propria tempesta, che portò una serie incredibili di ritiri, tant’è che solo in 6 chiusero quel gran premio su 22. Era l’anno delle velocissime Williams Renault, condotte da due figli d’arte: Jacques Villeneuve e Damon Hill, che monopolizzarono la prima fila, staccando Schumacher, al suo primo anno in Ferrari di quasi un secondo. Ma è in gara dove, l’allora due volte campione del mondo, tirò fuori tutto il suo talento ottenendo, meritatamente, il titolo di “mago della pioggia”. L’acqua torrenziale non rallentò la marcia del tedesco, che giro dopo giro lasciava sempre più indietro gli altri piloti. Il 2 Giugno del 1996 cominciò ufficialmente un capitolo indimenticabile della storia della Formula 1, quello che porterà il tedesco e la Ferrari a vincere mondiali a raffica. Dietro a lui, staccati di oltre 40 secondi, giunsero la Benetton Renault di Alesi e la Williams Renault di Jacques Villeneuve.
Facciamo un salto di appena 5 anni, giungendo all’edizione del 2001. Si arriva a Barcellona con la Ferrari di Michael Schumacher, campione in carica, in aperta lotta con la McLaren Mercedes di Mika Hakkinen. Il sabato vide si la F2001 del pilota di Kerpen davanti a tutti, ma con un margine praticamente nullo sul finlandese. Pronti via la coppia, formata dai due campioni del mondo, stacca tutti, cominciando praticamente una gara a parte. Questo fino al secondo pit stop, momento nel quale la F2001 comincia ad accusare vibrazioni anomale al retrotreno, costringendo Schumacher ad alzare il ritmo quel tanto che basta al suo rivale per balzare in testa alla gara. Ad oggi ancora non si sa quale fu la causa, anche se si ipotizza un problema alla sospensione posteriore, dato che proprio il compagno di squadra di Schumacher, Rubens Barrichello, si dovette ritirare a causa del cedimento della sospensione posteriore. Tutto sembrava scritto, ma il motore Mercedes tradisce, per l’ennesima volta in stagione, il pilota finlandese, proprio all’ultimo giro. Una beffa rimasta nella storia. Schumacher vinse il GP, davanti alla Williams BMW di Juan Pablo Montoya e, per la prima volta sul podio, la BAR Honda di Jacques Villeneuve. Al termine di quella stagione, Mika Hakkinen, visto da Schumacher il più grande dei suoi rivali, si ritirerà definitivamente dalla Formula 1, portando con sé 2 titolo mondiali.
La stagione 2012 verrà ricordata come una delle più rocambolesche della storia, per capirlo basta guardare i risultati dei primi 5 GP stagionali, che videro vincere ben 5 piloti differenti, record che arriverà fino alla tappa del Canada, con ben 7 vincitori diversi. Un GP segnato dai tanti cambi gomme, mediamente 3 stop a pilota, complice certamente il tanto caldo della tappa spagnola. Al sabato arriva la pole che non ti aspetti, con Pastor Maldonado che stacca il miglior tempo, dopo la squalifica di Lewis Hamilton. Un risultato a sorpresa, viste le prestazioni non eccezionali della vettura di Grove. Alla partenza, il venezuelano, non riesce a capitalizzare quanto di buono fatto al sabato, perdendo subito la leadership per mano di Fernando Alonso. Il vero punto di svolta della gara è però alla seconda sosta che, grazie ad un’ottima undercut e a ad un doppiaggio difficoltoso di Alonso, Maldonado prende la leadership del gran premio, mantenendola fino al termine della gara. Prima, ed al momento unica, vittoria per un venezuelano in Formula 1, che chiude davanti ad Alonso e Raikkonen. Curiosità del post gara? Il box della Williams prende fuoco, fortunatamente nessuno si fa male…
La stagione successiva, si arriva in Spagna con una Ferrari competitiva, ma che continua ad avere grossi problemi in qualifica, tant’è che, la F138, parte costantemente indietro rispetto ai rivali, con Alonso che si qualifica quinto a mezzo secondo dalla vetta, occupata dalla coppia Rosberg – Hamilton su Mercedes. È allo spegnersi dei semafori che il pilota di Oviedo, compie una delle manovre più belle mai viste in partenza, sopravanzando Kimi Raikkonen e Lewis Hamilton sul curvone Renault, all’esterno. Alla prima sosta, con una mossa strategica perfetta, Alonso scavalca anche la Red Bull di Sebastian Vettel, sorpassando poi anche il leader del GP: Nico Rosberg. Di li alla fine della gara è un dominio rosso, con l’ultima vittoria in Ferrari, ed in Formula 1, per il due volte campione del mondo.
Giungiamo ai giorni nostri, con la scorsa edizione, quella targata 2016. Una edizione cruciale per la stagione, che vide il la tensione tra Hamilton e Rosberg scoppiare al primo giro, sulla curva Repsol. Dopo una partenza ottima, Nico Rosberg prende la testa scavalcando il compagno di scuderia, ma sbaglia mappatura del motore ritrovandosi con poca potenza in uscita della terza curva. Arriva l’attacco di Hamilton, il tedesco lo chiude e di li si arriva alla carambola più famosa degli ultimi anni, con lo scontro tra le due Mercedes W07. Il resto della gara vede le due Red Bull braccate delle due SF16-H di Raikkonen e Vettel. Alla fine a spuntarla è il più giovane vincitore di un GP di Formula 1: Max Verstappen, appena approdato in Red Bull dopo la retrocessione del russo Kvyat in Toro Rosso.
Si arriva quindi alla gara di domenica, la quinta del mondiale 2017, con il grande interrogativo: continuerà la lotta tra Mercedes e Ferrari per il titolo? Le risposte le avremo certamente domenica pomeriggio, su un circuito che, negli ultimi anni, ha segnato un crocevia fondamentale per la strada verso il mondiale.