Monaco è da sempre il GP più glamour e particolare dell’intero calendario. Con una storia di oltre 60 anni (la prima edizione inserita nel calendario è del 1950 con vittoria di Juan Manuel Fangio), su un circuito atipico, nato tra le vie del principato di Monaco, snodandosi tra il casinò, i palazzi ed il porto. Un luogo magico dove non sempre vince la macchina migliore, e dove la fortuna gioca un ruolo fondamentale. Ripercorriamo la sua storia attraverso alcune edizioni rimaste nella leggenda.
di Giuseppe Gomes
1982, o anche nota come “la gara più pazza del mondo”, la prima gara dopo la tragedia di Zolder, che portò via con se Gilles Villeneuve. Nel principato si arriva con lunghi strascichi di polemiche sulla sicurezza delle vetture di Formula 1. Un week end all’insegna del sole e della Renault di Arnoux, poleman al sabato sulle strade del principato. Dietro di lui Riccardo Patrese e Bruno Giacomelli, rispettivamente su Brabham e Alfa Romeo. Pronti via e Arnoux tiene la prima posizione, con Patrese che invece si vede infilato da Giacomelli e Prost. Dopo pochi giri si comincia a capire l’andazzo della gara, con il primo ritiro di una lunghissima serie, è quello di Giacomelli, tradito dal semiasse della sua Alfa. La gara fila liscia, fin quando Arnoux non sbatte alle piscine. In testa va il suo compagno di squadra Alain Prost, seguito da Patrese, Pironi e De Cesaris. Monaco è la gara che conta il maggior numero di giri, dovuti alla lunghezza del tracciato, poco più di 3 km, tant’è che a 6 giri dal termine accade l’incredibile. Il sole, che aveva riscaldato quel 23 maggio, si nasconde dietro a delle nuvole nere, che cominciano a far cadere una pioggia leggera ma costante. Il primo a pagarne le conseguenze è Alain Prost, con il francese che picchia poco dopo l’uscita del tunnel. Prima posizione che va a Patrese, che poche curve dopo al Loews, si gira in testacoda. Allora in testa va Pironi con l’unica Ferrari iscritta alla gara, ma la batteria lo tradisce sotto al tunnel ed è costretto al ritiro. In testa va De Cesaris, che però rimane senza benzina e abbandona la corsa. Incredibilmente chi si ritrova primo? Riccardo Patrese che, grazie ai commissari ed alla fisica, rianima il motore Ford-Cosworth della sua Babham, andando a vincere, in modo incredibile, il GP di Monaco davanti a Pironi e De Cesaris. Patrese era l’unico pilota a pieni giri giunto sotto la bandiera a scacchi.
Uno scenario simile lo abbiamo nel 1984, l’anno in cui l’astro di Senna esplose davanti agli occhi di tutti, insieme a quello di un pilota tedesco, poco conosciuto ai più, Stefan Belloff. Una gara segnata da una pioggia battente che aveva già fatto posticipare la partenza di 45 minuti, necessari in attesa di un miglioramento delle condizioni climatiche. In pole parte il leader del mondiale Alain Prost, che poco dopo il via prende il comando della corsa, inseguito da Mansell e Lauda. Intanto Senna e Belloff iniziano una lenta risalita, che li porta alle spalle del leader del mondiale Prost. Il transalpino, accorgendosi del sopraggiungere dei due “squali”, e memore dell’edizione 82’, comincia a fare cenno ai commissari che le condizioni di gara sono troppo estreme per continuare a correre. Dopo pochi giri viene accolta la sua richiesta, tant’è che la gara si concluse con Prost di poco davanti al talentuoso brasiliano che, a bordo di una modesta Toleman, stava recuperando il futuro vice-campione 84’. Il podio fu chiuso dalla Tyrrell di Belloff, squalificato in seguito per una irregolarità sulla sua vettura. Curioso come Prost predette il mondiale anche a causa del punteggio dimezzato della tappa monegasca (contro il compagno di squadra Lauda) e che, se avesse continuato, probabilmente Senna si sarebbe ritirato a causa di un guasto alla sua sospensione.
Il rapporto idilliaco tra Senna e l’angusto circuito cittadino è suggellato dall’edizione 1993, che rappresenta la sua sesta vittoria nel Principato nonché quinta consecutiva, un record difficilmente replicabile. Nonostante il 1993 non fosse un anno particolarmente felice per il duo Senna McLaren, a causa di un motore Ford inferiore rispetto al Renault equipaggiato sulla velocissima Williams di Prost e Hill. Dopo una qualifica perfetta, evidenziata dal vantaggio di quasi un secondo dai rivali, in pole parte proprio l’acerrimo rivale del pilota brasiliano, davanti a Schumacher, con la Benetton, e a Senna. Al via la Williams FW15C ha un sussulto, muovendosi in anticipo sulla griglia. Questo episodio segna la fine della gara di Prost, che riceverà uno sto & go di penalità, condita con una ripartenza difficoltosa dalla piazzola dei box, con tanto di spegnimento del motore. In testa c’è il tedesco della Benetton che, dopo pochi giri, perde terreno a causa di un guasto idraulico che lo costringerà al ritiro. In testa va allora Senna, posizione che mantiene fino alla bandiera a scacchi, nonostante un pit stop complicato che per poco non consegnò la vittoria a Damon Hill. Terzo sul podio Alesi con l’unica Ferrari rimasta superstite, dopo che il compagno di squadra Berger, in un tentativo di sorpasso al Loews ai danni di Hill, vide la sua rimonta fermarsi contro la Williams del rivale. L’edizione 93’ è stata l’ultima per “Magic” Senna, il più grande interprete di questo tortuoso e complicato circuito.
L’edizione 1996 è un’altra di quelle “gare pazze” che il circuito sulla Costa Azzurra ha regalato alla storia della Formula 1. Proprio come nell’edizione 1984, è l’acqua a fare da padrona, con una pista letteralmente allagata, tanto che la FIA decise di aggiungere una sessione di 15 minuti prima della gara per consentire ai piloti di abituarsi alle condizioni “estreme”. In pole Michael Schumacher, al primo anno in Ferrari, davanti a Hill su Williams e ad Alesi su Benetton. Poco prima del via cessa la pioggia, ma la pista resta comunque molto bagnata. Allo spegnersi dei semafori Schumacher perde la testa del gruppo, con Hill che va al comando seguito dal tedesco e dal francese. Di li in avanti si assiste ad una vera e propria gara ad eliminazione. La lista dei ritirati è lunghissima: Schumacher, Hill, Alesi, Irvine, Villeneuve, Hakkinen, etc etc. Nella confusione creata dagli incidenti e dal progressivo asciugarsi della pista, in testa va il pilota che non ti aspetti: Olivier Panis, con la sua Ligier Mugen-Honda, davanti a David Coulthard e Johnny Herbert. Una gara incredibile che vide solo 4 vetture arrivare al traguardo, e che si concluse prima dell’effettivo completamento di tutti i giri, ma per aver superato le 2 ore massime per lo svolgimento del GP. Quella del 96’ a Monaco resta l’unica vittoria per Panis in Formula 1, nonché ultima vittoria di un pilota francese nel Circus.
Altra edizione particolarmente movimentata è stata quella della stagione 2016, dove fece il suo esordio assoluto una nuova mescola lanciata da Pirelli: la Ultra Soft. Dopo una qualifica avvincente, che vide la Red Bull di Daniel Ricciardo svettare su entrambe le frecce d’argento di Rosberg e Hamilton, la gara fu subito segnata dall’asfalto bagnato, dovuto ad una pioggia copiosa caduta prima della gara. Si parte sotto regime di safety car, e con Ricciardo agevolmente primo. Dopo pochi giri Rosberg va in crisi, tanto da obbligare la squadra a fargli passare davanti il compagno di squadra, decisamente più veloce del tedesco. Inizia così il wlazer dei pit-stop, grazie alla pista che via via comincia ad asciugarsi sempre di più. Dopo il pit di Hamilton entra ai box Ricciardo, che aspetta oltre 10” fermo sulla piazzola, dato che i meccanici non avevano preparato le gomme. Rientra così dietro all’inglese che mantiene la posizione fino alla bandiera a scacchi, facendo perdere il proverbiale sorriso al pilota australiano. Ottimo terzo sul podio Perez con la Force India.Una gara da dimenticare per Rosberg, che prima viene “piegato” agli ordini di scuderia, poi perde la quinta posizione proprio sul rettifilo finale ai danni di Hulkenberg.
Si arriva quindi all’edizione 2017 del GP di Monaco. Una gara particolarmente attesa, per i tanti temi ancora in ballo dopo la gara in quel del circuito di Catalunya, che ha visto si, una Mercedes davanti a tutti, ma con una Ferrari pronta a sfruttare ogni minimo errore della squadra tedesca. Forse, su questa pista, la differenza di passo (la distanza tra l’asse anteriore e quello posteriore) potrà essere un elemento discriminante per raggiungere la vittoria, per questo si può prevedere una Ferrari particolarmente competitiva. La rossa non vince a Monaco dal lontano 2001, quando portò a Maranello una splendida doppietta, con Michael Schumacher davanti a Rubens Barrichello. Non resta che attendere giovedì 25, per cominciare a capire quali saranno i valori messi in campo dalle scuderie di testa. Salterà questo appuntamento, dopo un ottimo quinto posto la scorsa stagione, Fernando Alonso, che parteciperà alla 500 miglia di Indianapolis…con tanto di megaschermo offerto dalla McLaren.
Orari Gp di Monaco:
Giovedì 25 maggio:
FP1 alle ore 10.00 (Rai Sport e Sky F1)
FP2 alle ore 14.00 (Rai Sport e Sky F1).
Sabato 27 maggio:
FP3 alle ore 11.00 (Rai Sport e Sky F1)
Qualifiche alle ore 14.00 (Rai 2 e Sky F1).
Domenica 28 maggio:
Gara Gp Monaco alle ore 14.00 (Rai 1 e Sky F1).