Ospite nella puntata n°94 di Pit Talk, Giancarlo Minardi ci ha dato le sue impressioni sul primo GP della stagione. Dal ritorno alla vittoria della Ferrari, all’esordio di Giovinazzi fino al momento difficile del suo “pupillo” Fernando Alonso.
di Giuseppe Gomes
Dopo il primo Gran Premio della stagione, dobbiamo credere che le prestazioni viste ai test di Barcellona della Ferrari erano reali?
GM: Dobbiamo prendere atto di un salto di qualità notevole tra la scorsa stagione e quella di quest’anno. Quello che si è visto a Barcellona ha dato delle indicazioni, ma non lo prenderei per oro colato, dato che non si sa che genere di lavoro stessero facendo gli avversari. Analizzando la prima gara ci tengo a precisare che una rondine non fa primavera. Bisogna lasciar lavorare in pace questo nuovo corso della Ferrari.
Personalmente condivido le scelte fatte per la nuova squadra, con ragazzi giovani e italiani, con gente che deve risentire e riprovare l’amore verso la propria azienda. Bisogna comunque prendere atto che al momento, la Mercedes, ha qualche problemino dovuto a scelte probabilmente tecniche (vedi il passo più lungo), una serie di piccole cose che hanno inciso o potranno incidere a favore della Ferrari su alcuni tracciati. Prendiamo atto di questa grande vittoria, che da stimoli e serenità alla squadra, ma non illudiamoci o demoralizziamoci se la Mercedes tornerà a vincere presto, nonostante questa sia la prima vera sconfitta che subisce in gara. La Ferrari ha tutte le carte in regola per mettere in difficoltà e sotto pressione sia i piloti che il muretto della Mercedes, portandoli all’errore come successo domenica.
Possiamo dire che, tutte le voci che circolavano ad inizio stagione su una fantomatica versione B della Ferrari, erano completamente infondate?
GM: Quello di quest’anno è stato un inverno anomalo, corto, con poche informazioni dai team e questo ha scatenato vocii che in molti casi erano paure o sparate non supportate dai fatti. Io son sempre stato molto tranquillo, aspettavo con impazienza le prove per poter capire le vere performance della macchina. C’è stato un segnale positivo che è l’affidabilità, una volta ottenuta quella puoi concentrarti sullo sviluppo della macchina, o la ricerca della prestazione. Se insieme all’affidabilità arrivano anche i tempi tutto torna più semplice, anche se questi non sono molto indicativi durante i test.
Cosa ne pensa di Raikkonen? È un “bollito” o può ancora dire la sua con queste nuove vetture?
GM: Indubbiamente la prestazione di domenica non è del Raikkonen di fine 2016. Ad oggi possiamo dare una doppia lettura, o era un periodo di grazia, o un momento di sconforto da parte di Vettel. Io lo avrei già sostituito. Evidentemente la Ferrari ha scelto la strada della tranquillità e continuità, costruendo la nuova squadra intorno a questi due piloti. Oggi la Ferrari ha bisogno non di un Raikkonen che arriva staccato, quarto, dietro a Bottas. Servono i punti per il campionato costruttori.