F1 | Alonso-McLaren-Honda: rapporti tesi e voglia di cambiamento

In McLaren è crisi vera. Il motore Honda è deludente per prestazioni e soprattutto affidabilità. Alonso e Boullier hanno perso la pazienza. Forse non ci saranno stravolgimenti o colpi di scena nell’immediato ma a medio termine la situazione a Woking cambierà per forza di cose. 

di Francesco Svelto |

Ciò che sta accadendo in questi giorni a Woking ha dell’incredibile. La McLaren ha iniziato la stagione 2017 di F1 nella maniera peggiore possibile, faticando in entrambe le sessioni di test di Barcellona (o almeno fino al momento in cui scriviamo) in maniera significativa, sia dal punto di vista dell’affidabilità che dal punto di vista delle prestazioni.

Non vogliamo scendere nella problematica puramente tecnica, ma sia Alonso che Vandoorne hanno faticato a inanellare il chilometraggio richiesto per arrivare a Melbourne con una soglia decente di sicurezza. Della prestazione poi, è meglio non parlarne nonostante il campione delle Asturie si sia detto convinto che si possa arrivare ad essere fino ad anche 3 secondi più veloci di quanto mostrato finora (è naturale in quanto quei pochi giri portati a casa dai piloti sono stati effettuati con un motore depotenziato per preservarne l’affidabilità, ndr). Emblematico il dato secondo il quale nei – pochi – run portati a termine dalla MCL32, alla speed-trap pagava quasi 30km al riferimento della Mercedes.

L’accusa dello spagnolo è pesantissima e la rivela la rivela in maniera nuda e cruda, trovando nella power unit il solo ed unico problema della McLaren: 

“Nessun cambiamento, nessun miglioramento sotto nessun punto di vista nell’inverno appena passato!”

I problemi però non sono solo in pista. Qualche giorno fa Eric Boullier, responsabile massimo delle attività in pista della McLaren, si è mostrato estremamente seccato della situazione, ed ha “spronato” i giapponesi della Honda a fare meglio sotto tutti i punti di vista e a farlo in fretta. Difficilmente abbiamo visto un Boullier parlare con questi toni, sintomo di una insofferenza arrivata forse al limite del tollerabile.

Ma non solo. Il manager francese ha anche appoggiato l’ira di Alonso, ribandendo come – qualora ce ne fosse ancora bisogno – lo spagnolo stia perdendo definitivamente la pazienza.

Alonso non andrà via da Woking. Non adesso, almeno. E’ un professionista e salvo complicazioni, arriverà a fine anno, quando scadrà il contratto. Rinnoverà? No! Lo ha già ribadito lo scorso anno. Dove andrà? Chissà. Lontano dalla F1. Il che è un peccato per lo sport. Quest’anno poteva tornare al fianco di Lewis Hamilton, non si sanno i reali motivi per il quale ciò non sia avvenuto ne tantomeno quanto ci sia andato realmente vicino. Di sicuro il contatto e una trattativa ci son stati, parola di Wolff.

E’ crisi vera. Ed inaspettata. A tre anni dal ritorno nella massima serie Honda poteva e doveva fare di più. Se pensiamo che ha sfruttato anche un anno, il 2014, per apprendere metodi e tecnologie “spiando” gli altri motoristi che erano già in pista, le mancanze pesano ancora di più.

Qualcosa cambierà in seno alla McLaren, per forza di cose. Quello di base a Woking non è un team che storicamente si è fatto risucchiare dagli eventi, dai cambiamenti o del tempo che evolve. Ci sono clausole – tante – e vincoli commerciali – ancor di più – per cui si proverà a preservare il rapporto – ormai ai minimi – con i giapponesi dalla Honda, anche grazie ai fasti del passato. Si proverà ma se qualcosa non dovesse andare per il verso giusto, a Woking penseranno a come cambiare strada.

Ma per ora il rischio, piuttosto elevato, è quello di vedere la compagine orange-black relegata ancora una volta nelle posizioni di medio bassa classifica. Potremmo assistere ad un’altra stagione ad ascoltare comunicazioni radio sibilline o esaltare dei quinti/sesti posti ma che però nascondono vere imprese sportive. E per il grande circo tutto questo sarebbe oggettivamente un peccato. Ancora una volta.

Francesco Svelto