La serata “Imola Formula Uno 1963-2006”, svoltasi il 16 gennaio 2017 presso il Museo dedicato a Checco Costa nell’autodromo di Imola, ha visto la partecipazione di tanto pubblico affezionato, intrattenuto dai grandi ospiti presenti, incluso lo storico inviato RAI e commentatore-editorialista de la Gazzetta dello Sport Pino Allievi. Nel corso della nostra intervista, il noto giornalista ha risposto come sempre senza peli sulla lingua, lasciandosi andare anche ad un ricordo molto toccante inerente Gilles Villeneuve.
Di Alessandro Bucci

Dici Imola e subito la memoria si scatena, alla ricerca dei tantissimi aneddoti che hanno caratterizzato la storia del Gran Premio di San Marino (e d’Italia nell’edizione 1980). Epici duelli, gioie e drammi che hanno contribuito a creare la storia della massima serie e dell’automobilismo. Ad iniziare dall’indimenticabile edizione del 1963 (non valevole per il Mondiale) vinta da Jim Clark su Lotus-Climax con le Ferrari assenti per arrivare all’ultimo atto del 2006, con Michael Schumacher idolo delle folle e vincitore, inseguito da un famelico e determinatissimo Fernando Alonso sino al traguardo.
Come detto in apertura, la serata imolese è stata anche una bella occasione per conversare con Pino Allievi, affrontando temi che spaziano dalla storia passata e presente della F1.
Pino, iniziamo con un commento su questa bella serata di ritrovo per tanti amici e grandi professionisti che hanno reso l’autodromo di Imola vivo per tanti anni, creando anche la storia dell’automobilismo al massimo livello.
“La serata di questa sera, con l’affluenza che vediamo, significa che Imola ha ancora sete di F1. Purtroppo è da troppo tempo che la massima serie manca e si è fatto troppo poco per riaverla. Imola poteva riavere la F1, ma sono stati sbagliati dei movimenti”.
La mia sensazione è che sarà molto arduo riavere la F1 sul tracciato del Santerno in tempi brevi.
“Imola non deve parlare. Deve prendere i soldi e portarli ad Ecclestone o a chi lo sostituirà. Fine. Se i soldi ci sono, il circuito del Santerno avrà nuovamente un Gran Premio”.
Quali edizioni del GP di Imola che hai vissuto come inviato ti sono rimaste più impresse?
“Ne ho una sopra tutte. Quella del 1982, l’anno del “fattaccio” tra Didier Pironi e Gilles Villeneuve. Innanzitutto ero in buonissimi rapporti con il francese, in secondo luogo nei giorni successivi sino al momento della morte di Gilles, ho continuato a parlare con Villeneuve e ho visto il dramma di un uomo tradito nella fede, a livello umano. Sembrava che fosse predestinato. Purtroppo per Gilles le corse erano tutto, il 101% della vita e non è riuscito a trovare la pace necessaria per affrontare un momento difficile come quello”.
Per quanto riguarda il presente, il cambio di regolamento 2017 pensi che sia un “cambiare tutto per non cambiare nulla”, oppure apporterà diversi cambiamenti?
“Cambierà molto la F1. Purtroppo, perché è un cambiamento assolutamente inutile. Serve solamente a rendere più veloci e pericolose le macchine in curva”.
Pensi che Valtteri Bottas possa fare un salto di qualità in Mercedes, magari migliorando le sue qualità di passista visto che quando è in giornata non è affatto male nel gestire la corsa, oppure potremmo dire che è un Heikki Kovalainen più forte?
“La seconda che hai detto” (ride).
Un commento sul ritiro di Felipe Massa, l’abbandono più corto della storia.
“In pratica non si è ritirato. Personalmente dico che tutti quelli che si sono messi a piangere, lo hanno abbracciato ed hanno provato dei sentimenti forti quando è rientrato nel suo box ad Interlagos, la prossima volta che si ritira lo manderanno a quel paese!”
Sarò davvero tentato dal farlo Pino… Concludiamo con una battuta al volo sulla Ferrari: anno 2017 anno di transizione?
“No, anno difficile”.