Da Grove è stato ufficializzato l’addio a Pat Symonds con tanto di ringraziamenti da parte di Claire Williams (sentiti ma soprattutto dovuti) per il lavoro svolto dal 2013, anno del suo arrivo.
di Emiliano Savini
Missione compiuta, l’obiettivo di riorganizzare la squadra dopo stagioni deludenti è stato raggiunto, ma non c’è da stupirsi. La sua è una lunga carriera che gli ha permesso di lavorare con Ayrton Senna ai tempi della Toleman, di vincere con Micheal Schumacher e Fernando Alonso nel suo lungo periodo in Benetton e Renault; anche i nostri Alessandro Nannini, Jarno Trulli e Giancarlo Fisichella hanno avuto modo di conoscerlo bene.
Il futuro – Pat Symonds, classe 1953, avrebbe ora tutto il diritto di concedersi un meritato riposo. Vuoi mettere però la voglia sfruttare il nuovo regolamento? In McLaren e in Ferrari un profilo così sarebbe ideale, ma visti i rispettivi problemi interni bisognerebbe capire se Symonds sarebbe disposto a complicarsi la vita più di quanto già non faccia da solo l’ambiente della F1. A Maranello in verità farebbe comodo uno come lui, ma sarebbe lo stesso ingegnere inglese a non trovarsi a suo agio in una struttura orizzontale che egli stesso recentemente ha criticato.
La sua uscita di scena apre le porte a Paddy Lowe direttore tecnico della Mercedes (parliamo ovviamente ancora in via ufficiosa), che potrebbe essere operativo a Grove già da gennaio, nonostante si parli di un gardening leave (quella terminazione del rapporto professionale anticipato rispetto ai termini previsti ma comunque retribuito, per evitare che le informazioni più recenti possano finire nelle mani dei concorrenti). Per lui l’opzione Ferrari sembra chiusa a priori a detta di Marchionne; non scordiamoci che Lowe ai tempi della McLaren era stato uno dei tecnico coinvolti nello spy-gate e sarebbe forse azzardato aprirgli anche le porte di Maranello. Con Lowe alla direzione tecnica, il team britannico può fare decisamente un passo in avanti sul fronte aerodinamico dopo i problemi di deportanza riscontrati nei circuiti ad alto carico, in virtù del nuovo regolamento che dà maggiore libertà di sviluppo e che parcheggia i tanto odiati gettoni per ciò che riguarda la Power Unit .In questo modo si potrebbero controbilanciare i progressi fatti dalla Red Bull, che è molto avanti dal punto di vista telaistico e sta invece lavorando per migliorare la Power Unit.
Non è però nemmeno da escludere che l’addio di Symonds sia legato all’arrivo di Stroll e del padre-sponsor. Non dimentichiamo che nello staff di Stroll c’è un certo Luca Baldisserri, che in Ferrari ha avuto lo stesso ruolo di Pat; con il supporto finanziario che arriva dal multimilionario Stroll, non è da escludere che i rapporti di forza in Williams possano essere cambiati.
Mercato piloti – Per la Williams rinunciare a Bottas -ancora sotto contratto- potrebbe voler dire avere una contropartita importante, che si tradurrebbe in uno sconto sulla fornitura dei motori Mercedes. Il finlandese con nove podi e 411 punti tra il 2013 e il 2016 ha centrato due secondi posti nel 2014, rispettivamente in Inghilterra e Germania. La squadra di Brackley disporrebbe quindi di un pilota esperto (più di Wehrlein) che faccia da scudiero per aiutare Hamilton a vincere il titolo, evitando gli attriti tra il team e il pilota anglo-caraibico che hanno raggiunto il loro picco nel GP di Abu Dhabi. Con il ritorno di Felipe Massa, il team di Grove schiererebbe un line-up di tutto rispetto che unirebbe l’esperienza del brasiliano e il talento del giovane Stroll.
Ha metà budget di Mercedes e Ferrari eppure la Williams nonostante l’addio dello sponsor Petrobras e le incertezze legate alle condizioni di salute di Sir Frank, dimostra di saper fare sempre di necessità virtù. In questa F1 non è poco e nemmeno scontato.
Emiliano Savini
@emilianosavini