F1 | Umberto Zapelloni: “Manca tantissimo un pilota italiano in griglia”

E’ d’accordo con me nel dire che Max Verstappen in Brasile si è preso dei rischi che magari altri non avrebbero accettato?

Aveva in testa qualcosa di diverso, si vede che ha del talento. Ha una piena fiducia nella sua macchina e l’ha portata a fare cose che il suo compagno Ricciardo, ad esempio, non è riuscito a fare. Ma nemmeno le Mercedes. Verstappen sta mettendo a frutto il fatto di essere stato costruito sin da quando era bambino per diventare pilota. Possiede la macchina come pochi. I piloti della nuova generazione comunque sono un po’ tutti così, vengono costruiti da bambini per diventare Campioni, sperando non perdano il fatto di essere giovani, ragazzi. L’uomo conta, eccome.

A proposito di umanità, viene automatico citare il grande evento Minardi Day tenutosi ad Imola quest’estate ed atteso per l’anno venturo.

press_christian_fittipaldi_minardi_lamborghini_m192_foto_miguel_costa_jr_3L’umanità che portava un team come la Minardi al giorno d’oggi sarebbe una manna dal cielo. Ma non solo, la scuderia di Gian Carlo è il team che ha fatto esordire tanti piloti giovani importanti italiani e non nel Circus. E’ il team che manca all’Italia, una seconda scuderia credibile come era in passato proprio la squadra di Minardi. E’ quello che manca all’Italia per portare un Giovinazzi, un Fuoco, un Marciello in F1. Manca tantissimo un pilota italiano in griglia. Non potendo chiedere alla Ferrari di far esordire giovani piloti, occorrerebbe un secondo team come ha la Red Bull nella Toro Rosso (che è la vecchia Minardi) per poi poter promuovere un pilota come è accaduto con Max Verstappen.

Può parlarci della sua ultima opera “Ferrari”, peraltro già trattata quando è stato nostro ospite a Pit Talk?

E’ un piccolo pamphlet che riassume il significato della Ferrari oggi, sia come squadra corse che come azienda, nata quasi sett’antanni fa in un garage vicino a Modena e che poi è diventata un’azienda quotata in borsa. Quindi con tutte le difficoltà che ha trovato Enzo Ferrari agli inizi e le difficoltà che trovano tutti gli azionisti oggi per mantenere in auge comunque un marchio dell’eccellenza italiana. Tu dici Ferrari in tutto il mondo e la gente sa che cosa significa. E pensa, lo significa ancora oggi nonostante sia dal 2007 che non vince un Mondiale piloti in F1. Questo accade perché le vetture continuano ad essere top di gamma nonostante la concorrenza sia enorme. Abbiamo macchine tedesce o anche giapponesi che hanno certe caratteristiche che la Ferrari magari non ha, ma la casa di Maranello ha dentro di sé un’anima e un fascino che altre macchine, forse non più performanti ma più confortevoli, non hanno.

Concludiamo questa nostra bella chiacchierata tirando in ballo il GP di Germania uscito dal calendario. Non pensa sia paradossale che, in un momento in cui a dominare la F1 siano i tedeschi, venga a mancare la loro gara di casa? Cosa manca esattamente a questa serie?

Mancano delle gare più divertenti per tutti, non solo per i maniaci dell’ingegneria. Occorrerebbero corse più combattute, magari anche con formule diverse. Sono contrario alla gara di due manches, ma una gara di due ore forse è troppo al giorno d’oggi. Nel Motomondiale la gara dura mezz’ora e forse è questa la lunghezza giusta per mantenere l’attenzione dello spettatore. Certo, mezz’ora in F1 non sarebbe sufficiente. Occorre trovare formule che portino l’uomo ad influire di più e che non rendano scontate le gare dopo i primi due giri o perché piove o perché ci sono incidenti. Gli organizzatori dovrebbero pretendere meno da certi paesi che hanno fatto la Storia del motorsport e quindi creare tariffe diverse per chi vuole un GP in Germania, in Italia o magari in Francia, in G.B. e magari per i nuovi paesi che hanno bisogno della F1 per essere segnati sulla cartina geografica.