F1 | Addio a Paul Rosche, anima della BMW

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Lo storico motorista della casa di Monaco di Baviera si è spento all’età di 82 anni il 15 novembre 2016. Ritiratosi dal mondo dei motori a fine secolo scorso, Rosche è noto soprattutto per aver posto la firma nel Mondiale 1983 conquistato da Nelson Piquet.

Di Alessandro Bucci

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Soprannominato “Nocken-Paul” (Paul Albero a Camme), Paul Rosche è una figura forse non molto conosciuta dai tifosi occasionali del mondo delle corse, ma che in realtà ha fornito un contributo indelebile alla storia motoristica dell’automobilismo. Il suddetto soprannome ha un origine alquanto curiosa: nel 1950 Rosche era uno studente universitario e stava lavorando allo sviluppo di motori BMW con Alex von Falkenhausen, all’epoca responsabile dell’embrionale azienda per auto, moto e motorsport. Inizialmente il giovane Paul non era molto ferrato di motori, ma sentendosi portato per la materia decise di accettare la sfida postagli da Falkenhausen, il quale gli chiese di calcolare le camme. Il seguito di questa vicenda, merita di essere tratteggiato attraverso le stesse parole proferite all’epoca da Rosche: “Non avevo la più pallida idea di cosa fossero le camme, ma ho detto di sì. Poi sono schizzato in città sulla mia moto e ho comprato un libro sul calcolo degli alberi a camme”.

Come si suol dire, la fortuna aiuta gli audaci! Se consideriamo che poi Paul avrebbe trascorso quarantadue anni in seno alla BMW, la sua fu certamente una mossa azzeccata.
Il lavoro di Rosche è sempre stato incentrato in particolar modo sul BMW Motorsport GmbH, conquistandosi meritatamente nel tempo la fama di uno dei più grandi progettisti motoristici a livello europeo. Un genio del design motoristico potremmo dire, senza troppi timori di essere smentiti.

Il “matrimonio” tra Rosche e BMW si celebra tramite il motore M10, un 1500 che poteva essere portato a 2,0 litri. Il propulsore debuttò nel 1961 con la BMW 1500, berlina di medie dimensioni (ed anche nelle sue varie declinazioni da corsa) che permise alla casa motoristica tedesca di conquistare il primo posto in gare turismo e F1. La nascita della M10 segna anche l’inizio delle attività di BMW motorsport e traghetta Paul verso le alte prestazioni.
Tra i propulsori più importanti disegnati da Rosche citiamo l’M31 per la BMW 2002 turbo, l’ S14 per la BMW E30 M3 e l’M12 per la 320i turbo.

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L’approdo in F1 per Paul avverrà nel 1983, quando BMW entrò nel Circus fornendo i motori alla scuderia Brabham, affiancando il geniale ingegnere Gordon Murray. Nel Mondiale conquistato da Nelson Piquet, al volante della BT52, resta fondamentale il contributo di Rosche, che disegnò un propulsore montato in posizione posteriore longitudinale, capace di raggiungere gli 800 cavalli in qualifica.

Uscito dalla massima serie a metà degli anni ’80, Rosche tornò al progetto dei motori BMW per vetture Turismo, prima di venire coinvolto dalla vecchia conoscenza Gordon Murray nella realizzazione di un propulsore per la McLaren stradale che vinse la 24 Ore di Le Mans nel 1995 e nel 1999. L’ultima “apparizione” di Paul nel grande Circus risale ai primi anni 2000, quando BMW decise di tornare in F1 equipaggiando il team di Frank Williams, reduce da due stagioni deludenti con Mecachrome e Supertec. Il motore E41 per la FW22 vide infatti la partecipazione di Rosche per quanto concerne lo sviluppo. Visto il buon esordio dell’accoppiata Williams-BMW nella stagione del nuovo millennio, possiamo dire che lo zampino del buon Paul si vide anche in quell’ultima occasione di vita dedicata al Motorsport.