F1 | “Vite di corsa” di Pino Allievi, intervista all’autore

L’intervista a Diego Armando Maradona è stato uno dei “servizi” più difficili e pericolosi nella sua storia professionale. Quell’esperienza le ha lasciato un segno profondo, oppure è riuscito a mettersela alle spalle?

Non mi ha lasciato un gran segno per fortuna, perchè era talmente assurdo quello che è successo che da un lato mi veniva da ridere, dall’altro lato ero molto arrabbiato. Pensandoci dopo, al momento sapevo benissimo cos’erano i generali in Argentina, perchè avevo già vissuto altri episodi direttamente ed erano anni in cui si andava in circuito con i soldati che facevano entrare la canna del fucile dentro la macchina e ti chiedevano il pass. Non era certo simpatico. Quando sono arrivati i due poliziotti che mi hanno steso sul cofano di una Ford Falcon, devo dire che mi sono abbastanza spaventato. Però poi mi è passata subito, tuttavia mi è rimasta l'”incazzatura” per la gente che aveva intorno Maradona. In fin dei conti ero lì per intervistare un calciatore che aveva vent’anni…non era il caso di chiamare la polizia segreta e tutte quelle cose. Mi ha lasciato molta amarezza più per la debolezza di Maradona e della sua famiglia che non per lo shock che posso avere avuto io, che mi è passato completamente. Grazie a Dio o sfortunatamente, le cose che mi hanno lasciato un segno profondo nella vita sono ben altre!

Per quanto riguarda la Scuderia Ferrari, ci sono diverse opinioni circa la mancata competitività della Rossa. Qual è la sua opinione?

vettel_ferrari_suzukaLa Ferrari è una grossa organizzazione che non ha fatto crescere i propri cervelli. L’era di Jean Todt, Michael Schumacher, Ross Brawn e Rory Byrne non ha fatto maturare dal basso abbastanza professionalità. Penso che abbiano fatto crescere solo Aldo Costa in definitiva, ma dietro alle prime linee non c’era molto. E questo la Ferrari lo ha pagato a distanza di dieci anni, oltre a pagarlo ancora oggi. Sono stati fatti degli errori di valutazione sulla nuova Formula 1, non si è capito che cos’era ed è questa la cosa più grave! E’ molto in alto che sono stati commessi gli errori, poi sei contro la Mercedes, non sei più contro la McLaren di una volta. Contro questa Mercedes non ha ancora vinto nessuno!

L’acquisto da parte di Liberty Media del grande Circus ha già scatenato la fantasia di molti addetti ai lavori. Lei pensa sia presto per parlarne, oppure possiamo già azzardare delle previsioni?

E’ prestissimo per parlarne, perché non si capisce se ci sarà Ecclestone oppure no. Io mi auguro di sì, in tutti i sensi.

Lei in quanto giornalista ha attraversato quattro decadi della Formula 1. Per quanto riguarda il suo mestiere, le cose sono molto cambiate soprattutto negli ultimi dieci anni. Lei crede che i nuovi mezzi di comunicazione abbiano creato una sorta di crisi del settore? Oppure si tratta semplicemente di una fase di passaggio e si riuscirà a prendere le misure di questi mezzi, quindi a creare nuove professionalità come la sua?

Mi auguro che sia una fase di passaggio. Certo i nuovi media hanno stravolto tutto, perchè è giusto che tutti possano avere libertà di parola, però internet offre troppa possibilità di esprimersi, anche a troppi imbecilli. Sono d’accordo con quello che diceva Umberto Eco a riguardo. Su internet non si sa mai chi parla, invece bene o male su un giornale c’è sempre una firma e un numero di telefono attraverso il quale poter esprimere il proprio disappunto. Ci sono ovviamente siti molto seri, che sono una larghissima minoranza, ma ci sono soprattutto blog e cose del genere… Chi sono i blogger? Chi li conosce? Che garanzie danno quando un blogger intervista qualcuno? Bene o male io appartengo ad un Ordine dei Giornalisti che prende dei provvedimenti anche molto seri, c’è un’etica, ho condotto un esame di stato per diventare giornalista professionista. Da un lato è giusto dare la parola a tutti, ma dall’altro è molto sbagliato prendere alla lettera quello che scrivono tutti. Mi auguro che si faccia un passo indietro.

Le chiedo un “Vite di Corsa” extra su Stefan Bellof, un pilota giovane e sfortunato molto ricordato anche dai più giovani che magari non l’hanno mai visto in azione.

Sì, Stefan Bellof era un pilota tedesco che correva con la Tyrrell. Era molto rude nella guida, ma poi si è affinato nel tempo. Un ragazzo molto serio, molto dedito al lavoro che Enzo Ferrari aveva opzionato. Penso che sarebbe stato lui il primo tedesco a vincere il Mondiale con la Ferrari se avesse avuto il tempo di correre per la scuderia di Maranello. Era molto simile a Michael Schumacher, anche se era meno chiuso di lui. Stefan era meno sospettoso, più aperto, un ragazzo pieno di qualità straordinarie.