F1 | Ritratti: Alex Zanardi, la specialità di un uomo normale

La storia dell’automobilismo è fatta di grandi campioni, di grandi gesti, di progettisti straordinari, di quell’odore di fibra di carbonio che si mischia allo champagne che gira per il paddock di Montecarlo, dove tutti i panfili del jetset schierati in fila fanno da vetrina a quella che è la massima espressione della tecnologia su 4  ruote, è fatta di tecnologia, di protocolli rigidi, di uomini che si guardano sempre in cagnesco anche quando condividono lo stesso box. Ma è anche fatta di gesti semplici, di quelle imprese che uomini che non hanno ambizioni enormi ma degli attributi enormi e non mollano mai riescono a trasformare delle storie semplici in racconti leggendari. Per iniziare a raccontare questo automobilismo che profuma di semplicità, si potrebbe partire da uno spot pubblicitario in cui un altro protagonista delle scene sportive mondiali viene trasformato in robot da laboratorio e dopo essere stato stressato dalle sollecitazioni si blocca, però con una cosa banale come una semplice forchettata di pasta riesce a riattivarsi e torn are in vita. Quella forchettata di pasta (magari condita con del buon ragù alla bolognese), forse, rappresenta proprio la semplicità con la quale e dalla quale un giovane pilota spesso condannato alle ultime file, consumando parecchia gavetta, è diventato un fuoriclasse dentro e fuori dalle piste. Se pensate che i veri campioni sono quelli che hanno vinto titoli mondiali a raffica, forse non avete fatto i conti con la straordinaria avventura di Alex Zanardi, un vero campione dentro e fuori dalle piste, al quale in edizione speciale per il suo 50. compleanno dedichiamo il ritratto numero 50 della serie dei personaggi che hanno fatto la storia della Formula 1.

di Cristian Buttazzoni e Federico Sandoli

Risultato immagine per alex zanardi kartIl cuore oltre l’ostacolo – Un uomo che ci ha messo il cuore sin da quando era ragazzino, tanto da riuscire a costruirsi il suo kart nonostante la famiglia non volesse farlo correre per la morte della sorella, ma lui e il padre avevano deciso di intraprendere questa avventura,. Non aveva grandi mezzi a disposizione, solo un padre fedele e appassionato come lui, eppure la sua tenacia si fa notare già dai primi abnni9 in quella che può essere definita la categoria per eccellenza, la 100cc, dove arriva subito terzo per poi dominare l’anno successivo e guadagnarsi, di fatto, l’accesso alle formule. L’intraprendenza è il suo forte, l’abilità he lo ha sempre contraddistinto e che viene simboleggiata proprio da quel kart, messo in pista senza usare mezzi enormi, ma sufficienti per renderlo competitivo. E sempre grazie a quel kart, con un motore maggiorato a 135 cc, Zanardi riesce a imporsi per ben 2 volte al Gran Premio di Macao, ancora oggi una delle gare più importanti del panorama internazionale. Anche in pista, Zanardi non faceva sconti a se stesso e a nessun altro, ne sa qualcosa Massimiliano Orsini, che nella finale del Campionato europeo del 1985 a Gothenburg, si vide spinto fuori pista da Zanardi, che così ha messo la parola fine a quello che era il grande e atteso duello per la vittoria. Orsini non ci stette e, mentre Zanardi stava cercando di recuperare il terreno perduto, il padre dello sfortunato pilota cercò in tutti i modi di impedirgli di arrivare al traguardo, riuscendoci e consegnando quel titolo a Michael Schumacher.

Da qui arriva il passaggio in Formula 3, dove Alex ebbe un esordio non facile, ma fece un incontro fondamentale nella sua carriera e nella sua vita privata: la team manager della scuderia Erre Tre Racing che risponde al nome di Daniela; quella donna che alcuni anni più tardi diventerà sua moglie. Sarà la svolta decisiva della sua carriera, perché Alex cambia il suo modo di correre, diventando più calcolatore,. e quinti più redditizio. Infatti nel 1990 passa al team RC Racing di Enzo Catella, dove riesce a conquistare risultati pesanti, che gli fanno sfiorare il titolo europeo e gli spalancano le porte della Formula 3000, grazie a un nome che non ha bisogno di presentazioni: Eddie Jordan. Con lui, riesce a guadagnarsi un sedile nella scuderia “Il Barone Rampante, team a sua volta all’esordio. Alex stupisce subito tutti conquistando con la sua Reynard (nome che sarà caro all’italiano) la pole position a Vallelunga e vince anche la gara, ma il problema della sua Reynard era legato all’affidabilità che andava a discapito delle prestazioni (partì per 8 gare su 10 in prima fila).

Risultato immagine per alex zanardi formula 3L’approdo nelle gare internazionali – Fu così che nel 1991 riuscì finalmente a entrare anche in Formula con la Jordan, la macchina del costruttore irlandese, una dignitosa vettura di centro classifica e solida, l’ideale per debuttare nel Circus, la meta più ambita per un pilota di auto da corsa. Nonostante le buone prestazioni, però, le condizioni finanziarie del team non gli permisero di poter restare per l’anno venturo e Zanardi dovette accontentarsi del ruolo di pilota collaudatore della Benetton, allora scuderia di vertice. Nonostante la grinta e la tenacia questo talentuoso pilota non riusciva a trovare i suoi spazi per spiccare il volo nel dorato mondo della Formula 1.

La difficile avventura in Lotus – Quando sembrava che il destino gli avesse messo i bastoni tra le ruote quasi definitivamente, arrivò quanto mai inatteso  un test con la Lotus in Francia. La Lotus non era più la scuderia dei tempi del fondatore Chapman, anzi forse ne era una pallida fotocopia, che fu abbagliata dal talento dell’italiano e decise di confermarlo seconda guida dell’eterna promessa Herbert. Con la claudicante Lotus l’italiano riuscì a classificarsi sesto in Brasile, a Imola però una scorrettezza di Lehto, che frenò in rettilineo obbligando l’italiano a una manovra improvvisa, lo costrinse al testacoda e un ritiro. In Spagna, una grande prestazione venne vanificata dalla rottura del motore che cosparse la pista di olio, facendo scivolare Schumacher fuori pista proprio mentre il tedesco inseguiva con successo Senna. Le prestazioni incoraggianti messe in mostra vennero offuscate dalle invettive del tedesco della Benetton; solo la Lotus si rese conto che, con la pochezza del materiale a disposizione,  l’italiano stava facendo grandi cose.

Infatti il team inglese pensò di sfruttare al massimo la sensibilità e le doti di guida del proprio pilota per poter mettere a punto le proprie sospensioni Risultato immagine per alex zanardi lotusattive. In quegli anni le Formula 1 venivano dotate di un sistema di sospensioni a controllo elettronico che permetteva alla vettura una costante altezza da terra ed evitava i fastidiosi  bump che rallentavano la corsa delle macchine e ne alteravano l’assetto. Nei box si assisteva curiosi alle vettura che, da ferme grazie alla perizia dei programmatori, simulavano la corsa adattando l’assetto alle asperità del tracciato e mantenendolo inalterato. Il collaudo e il conseguente sviluppo delle sospensioni attive risultò molto complicato e, a complicare ancora di più la situazione, il destino non aiutò il nostro pilota Risultato immagine per alex zanardi lotusfacendolo rimanere vittima di un incidente in bicicletta, quando durante un allentamento venne investito da un’auto pirata. Ancora una volta riuscì a recuperare e a essere presente, seppur dolorante, al Gran Premio del Belgio, ma ad attenderlo ci fu nuovamente la sfortuna, visto che un guasto alle sospensioni lo catapultò fuori pista infortunandolo alla schiena, già provata dall’incidente in bici, obbligandolo a terminare anzi tempo la stagione. A causa di quell’infortunio, la Lotus lo relegò a terzo pilota e sarà vittima nuovamente di un incidente a Silverstone, dove si fratturerà le gambe, ma la tempra del bolognese riuscì a fargli recuperare anche questo infortunio e a guadagnare, seppure per alcune gare, il posto da titolare, ma la crisi economica della Lotus ebbe il sopravvento e nemmeno la sostituzione di Zanardi con Philippe Adams impedì al team inglese di chiudere definitivamente i battenti.

Cristian Buttazzoni
Cristian Buttazzoni
"Life is about passions. Thank you for sharing mine". (M. Schumacher) Una frase, una scelta di vita. Tutto simboleggiato da un numero, il 27 (rosso, ma non solo)

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