Questa settimana il management della pista di Sepang, in Malesia, deciderà se mantenere o no il GP di F1 nel calendario delle prossime stagioni.
In Malesia la passione per il motorsport è molto grande, infatti gli eventi di MotoGp sono molto seguiti e fanno il tutto esaurito. La stessa cosa non avviene invece con la F1, che non riesce a riempire gli spalti e scaldare l’animo della gente. Perciò la gestione del tracciato malese sta pensando di abbandonare il circus e concentrarsi solo sulle due ruote. Questo sarebbe un duro colpo per la F1 che è arrivata in Malesia nel 1999 e ha visto Gp molto emozionanti nel corso delle stagioni.
La Malesia, tolto il Giappone, è probabilmente il secondo Gp asiatico per importanza. I malesi, però, sono stanchi di pagare molti milioni di euro a Ecclestone per non avere un ritorno importante dal lato economico. Il contratto con il patron della F1 è fino al 2018 e la prossima settimana i vertici del circuito valuteranno se continuare o no con la massima serie automobilistica.
Probabilmente lo sponsor Petronas, che è la società petrolifera statale della Malesia, proverà in tutti i modi a mantenere il circuito di casa perchè portata tanta visibilità al suo marchio.
Solo i petroldollari potranno salvare questa data in calendario, ma questo è l’ennesimo segnale della deriva della F1. Ormai il circus non riesce ad avere week-end economicamente autosufficienti ma si deve per forza appoggiare a patrocini importanti degli sponsor.
Questa ennesima possibile defezione deve far riflettere in quanto si tratta dell’ennesimo paese emergente che per un po’ ospita un GP di F1, per poi stufarsi e gettare il giocattolo nel cestino. L’internazionalizzazione voluta da Ecclestone ha portato certamente ha un guadagno economico al mondo della F1 ma un impoverimento della qualità degli appassionati che la guardano.