A Città del Messico la Ferrari raddrizza un week end iniziato bene il venerdì ma precipitato in qualifica. La strategia ad una sosta fatta con Vettel è rischiosa ma paga. La squadra sceglie una strada diversa e più prudente per Raikkonen ma il risultato non c’è. A 10 giri dalla fine tra Vettel Verstappen e Ricciardo succede di tutto. Arriveranno le penalità.
Lo start
Al via per le Ferrari tutto scorre liscio, le emozioni sono tutte davanti dove Hamilton arriva lungo alla prima staccata e Verstappen per un pelo non tocca Rosberg. Dietro un contatto causa il ritiro della Manor di Wherlein e provoca l’ingresso della SC. Si riparte.
Per Vettel strategia ok
Questa volta per il pilota tedesco la strategia adottata dalla Ferrari è stata ottima come sottolineato un po polemicamente da Maurizio Arrivabene ai microfoni Rai:
“Lo vedete che le sappiamo fare le strategie?”
Vettel sfrutta al meglio le gomme a sua disposizione e allunga di tanto il primo stint. Si trova per qualche giro in testa al GP e quando rientra al 33° giro può pensare di portare la sua Ferrari fino al traguardo con le gomme medie. L’idea è quella di tornare sotto negli ultimi giri a quelli in bagarre per il podio, così sarà e che bagarre!
Raikkonen invece adotta una strategia a due soste, rientra al 20° giro e ovviamente si capisce dovrà fermarsi ancora, lo farà montando le medie al 41°giro. Con questa strategia Kimi non ha speranza, finirà 6° lontano dalla lotta.
Finale col botto
La strategia permette a Vettel di avere nel finale le gomme più fresche e performanti rispetto ai rivali per il podio e a una decina di giri dal termine accadono gli episodi chiave del GP.
Verstappen tenta un attacco su Rosberg, sbaglia la frenata e deve rassegnarsi a lasciar scappar via la Mercedes. Vettel arriva da dietro con un ritmo superiore lo attacca ma Max per difendersi nuovamente allunga la frenata e taglia nell’erba la curva.
Il regolamento parla chiaro, deve cedere la posizione al Ferrarista. Gli viene comunicato, ma Verstappen non lo fa. Vettel è furioso, giustamente , così come il muretto Ferrari. Ora se il taglio di Verstappen è una cosa normalissima il suo atteggiamento irriverente è incomprensibile. Anche se è indiscutibilmente un fenomeno.
Vettel si trova in una posizione scomoda. Frenato da Verstappen che non lo lascia passare contro ogni buon senso e braccato da Ricciardo che non può che provare a recuperare la posizione. L’attacco di Ricciardo è deciso, la difesa di Vettel strenua. I due si toccano ma per fortuna non escono di pista. Vettel chiude la porta in maniera irregolare, innervosito dalla situazione. Va sul podio ma per questa manovra sarà penalizzato e retrocesso in quinta piazza.
La pista dice che la Ferrari ha ritrovato un podio meritato e sudato attraverso una strategia ardita e coraggiosa. Nel finale Vettel e Arrivabene, insieme a tutti gli uomini in Rosso hanno festeggiato come si celebra una vittoria. Qui la Ferrari si è mostrata unita, serviva. Per i tifosi, per l’ambiente una bellissima immagine.
Di brutto resta un risultato deciso a tavolino tre ore dopo la fine della gara. O non si penalizzava nessuno o non si può levare il podio ad un pilota che azzarda una manovra disturbato da chi davanti a lui se ne infischia delle regole. Di brutto c’è anche che Vettel, e davvero sta esagerando, non può gridare contro tutti alla radio. Se l’è presa con Alonso, Massa i doppiati… anche a lui serve una calmata, è un pilota Ferrari, non si fa.
Questa F1 così proprio non ci piace.