Dopo le libere del GP del Giappone, Maurizio Arrivabene si è mostrato parecchio seccato verso chi gli chiedeva dei problemi che hanno afflitto la Ferrari quest’anno.
di Francesco Svelto | Follow @f_svelto
Sarà che negli ultimi tempi il cielo sopra il reparto corse a Maranello non è proprio serenissimo. Sarà anche che le libere del Giappone hanno confermato una Red Bull in progressione e nettamente avanti alle Rosse. Fatto sta che Maurizio Arrivabene, responsabile del team, è stato intervistato da Sky alla fine della seconda free practice di oggi.
Al di la delle domande sulle mescole o sui tempi delle rosse, Arrivabene si è mostrato adirato quando gli viene chiesto se in factory siano stati individuati oppure no i problemi che hanno afflitto la SF16-H durante tutta la stagione.
Ecco la sua risposta :
Non è che sia io che debba identificare i problemi, io non lavoro da solo, noi lavoriamo insieme. Da due anni questo è lo spirito, negli ultimi mesi lo è ancora di più. Per cui, non è una persona che identifica il problema. Si fanno delle analisi, si vedono certe cose che hanno funzionato, altre no. Oggi sappiamo cosa non ha funzionato, non voglio tornare di nuovo sull’argomento. Ci stiamo lavorando.
Un paio di commenti o considerazioni queste parole lo meriterebbero.
In primis, è ovvio che in quanto responsabile del team, Maurizio non possa puntare il dito contro i motoristi o i telaisti o chiunque altro collabori al progetto della macchina. Almeno non in pubblico o davanti alle telecamere. Arrivabene si è più volte definito un “parafulmine”. E’ un atteggiamento di protezione verso la squadra che ha sempre assunto, assume tuttora e che continuerà ad assumere in futuro.
Ma c’è il verso opposto della medaglia. Sebbene ci rendiamo assolutamente conto che il bresciano non sia un ingegnere, in quanto uomo di punta della squadra corse di Maranello egli dovrebbe conoscere bene la pressione mediatica che c’è attorno alla Rossa in Italia e provare – almeno questo – a dare credito a tutti i tipi di domande gli vengono poste (non solo quelle di comodo). Ovviamente entro certi limiti che la Ferrari e il segreto d’azienda – giustamente – impongono.
Tornando al cuore del virgolettato, in Ferrari si dicono certi di aver capito quali siano i problemi che hanno afflitto l’andamento stagionale della SF16-H finora. A parer nostro – che non siamo in factory a Maranello ma che delle cose evidenti ce ne accorgiamo – la macchina ha dei deficit più o meno gravi in tutte le aree. Motore non escluso. Inutile quindi fare una caccia alle streghe per cercare di capire quale tecnico (o gruppo di tecnici) abbia sbagliato.
L’ing. Luigi Mazzola, più volte nostro graditissimo ospite, ha sempre sostenuto che una vettura di Formula 1 va vista come un elemento unico, formata da aree tecniche che possono – e devono – collaborare tra di loro. Ogni gruppo di lavoro deve essere disposto anche a fare un passo indietro nel proprio progetto per favorire qualche altro settore che è in difficoltà. E’ il risultato finale che conta. In Ferrari siamo certi se ne siano accorti. Speriamo non troppo tardi.
Francesco Svelto