Jenson Button preferisce gare più brevi e appassionanti.
Da diverso tempo si parla di modificare il format del weekend, che nonostante molte modifiche al format delle qualifiche nel corso del tempo, ha sempre mantenuto una divisione in prove libere, qualifiche e gara. Nel mirino ora c’è la corsa vera e propria, da alcuni ritenuta troppo lunga per i gusti attuali dei telespettatori, e tra questi si è aggiunto Jenson Button, che ha fatto dichiarazioni interessanti alla rivista inglese Autosport. Il pilota inglese, che lascerà il sedile della sua McLaren a Stoffel Vandoorne nel 2017, ha parlato di gare troppo lunghe soprattutto per i più giovani, la cui soglia di attenzione si riduce sempre di più.
“Siamo diventati come bambini, ad esempio nei talent la performance dei concorrenti dura massimo un minuto…”

Per chi scrive, l’osservazione è pertinente: non è raro assistere a fasi noiose dei gran premi, alternate a fasi più avvincenti. Avere gare più corte aiuterebbe ad avere piloti meno ragionieri, più propensi all’attacco, e verrebbero risolti problemi come il risparmio di carburante e di gomme. Basterebbe accorciare le gare di un terzo, da 90 a 60 minuti medi, per avere meno pit stop e gare molto più aggressive da parte dei piloti, proprio come avviene in MotoGP.
L’altro lato della medaglia sarebbe forse una maggior prevedibilità, dato che ci sarebbe meno spazio per i piloti di raddrizzare errori o problemi, e chi partisse davanti avrebbe un vantaggio maggiore. L’ideale sarebbe di organizzare gare sperimentali per verificare che queste cose possano realizzarsi o meno, ma è quasi impossibile che ciò accada. Vedremo cosa decideranno ai piani alti.