F1 | Storia : Gp Italia ’96, la prima Monza di Schumacher

20 anni fa Micheal Schumacher vinse il Gran Premio d’Italia a Monza, ottenendo la sua terza vittoria al volante della Ferrari.

Alla fine siamo ancora qua. Ancora qua ad ascoltare le trite e ritrite parole di un’uomo in maglioncino ed occhiali che ci racconta la storia della rava e della fava. Il motore che va bene, il telaio che è da migliorare e l’aereodinamica che migliorerà nell’anno venturo. Ma noi, amanti focosi ed indomiti del Cavallino Rampante, stiamo ancora contando le dita sulla nostra faccia delle manate a palmo largo che ci siamo presi domenica. Doloranti, brucianti e sprofondate fino in fondo all’anima come un’ustione di quarto grado da contatto con metallo argenteo incandescente. Il dolore diventa malinconico lamento se si pensa che vent’anni fa esatti Micheal Schumacher, al volante della F310, vinse a Monza. Vinse con un’auto che tutto al di fuori che favorita. Vinse anche perchè, poi pensatela come volete, a quell’epoca si lavorava e si accettavano le critiche in ogni ufficio di Torino o Maranello. Senza cercare alibi o proclami in chiave futura.

schumacherPre gara e qualifiche: Il futuro, come era prassi all’epoca, si scrive a Monza. La Williams rimanda al mittente senza tanti complimenti la richiesta di aumento di stipendio di Hill. Il team di Grove e il figlio del grande Graham si separeranno a fine stagione con il tedesco Frentzen pronto designato come sostituto. Poco ha influito il fatto che Hill fosse il leader del mondiale e che poteva addirittura chiudere i giochi proprio a Monza. La Williams aveva dalla sua il miglior tecnico dell’epoca Newey e il giovane e promettente Jacques Villeneuve. Di li a pochi giorni, Hill si accorderà con Walkinshaw per portare il numero 1 su quella che dal 1997 tornerà a chiamarsi Arrows. Sulla pista, invece, fanno la loro comparsa delle pile di gomme poste all’interno delle varianti del circuito. Il loro compito è quello di evitare tagli di curva da parte dei piloti ma, come si vedrà, causeranno innumerevoli danni ai piloti e creeranno molto pericolo. Criticate da tutti, saranno invece i piloti a difendere tale soluzione e anche a proporre la loro installazione su altri tracciati. In nome della sicurezza, e come logico che sia, non se ne farà nulla. In qualifica, la Williams volano. Hill fa la pole davanti a Jacques Villeneuve, mentre Schumacher è terzo davanti alle Mclaren di Hakkinen e Coulthard. Sesto Alesi per un soffio su Irvine. Sulla carta, quel Gran Premio d’Italia 1996 non avrebbe niente da dire. Le Williams velocissime, il suicidio strategico di Spa ormai archiviato e un Damon Hill incarognito a mille e voglioso di vincere con in più un mondiale che si può prendere proprio nel week end del suo siluramento. A Jacques Villeneuve andrebbe lo scomodo compito di tentare di frenare la corsa del campione inglese. Gli altri, invece, si troverebbero a contendersi il terzo posto con la Mclaren in palla a Monza, la Benetton che con la collaudatissima coppia Alesi-Berger è sempre una certezza e Schumacher che già dal giovedì vede una vittoria impossibile e calma gli animi dei tifosi rossi. Ma Monza, e il destino, delle volte disegnano trame che sembrano fili di seta gialli per formare un thriller. O un romanzo giallo. O anche una commedia dal Happy Ending assicurato.