Singapore del 2008 è stato il primo disputato in notturna e quell’anno coincise con l’ottocentesimo Gran Premio nella storia della Formula 1 moderna. Ma gli spunti di interesse non si limitarono a questi, anzi. La corsa fu una delle più discusse degli ultimi anni.
L’atmosfera con cui si arriva a Singapore è tesa, in quanto la FIA decise di dichiarare inammissibile il ricorso presentato dalla McLaren per la squalifica inflitta ad Hamilton nella gara in Belgio. L’inglese, vistosamente innervosito dalla decisione, fin dalle prime prove impose comunque la sua legge piazzandosi in testa alla graduatoria con disarmante facilità.
Ma la Ferrari c’è. Con un aerodinamica modificata da una pinna sul cofano motore, risponde ai tempi dell’inglese con Massa, dimostrando di essere ampiamente la candidata alla conquista del Gran Premio ma anche dell’iride.
La F2008, ennesima evoluzione del modello nato nel 1999, era l’arma totale schierata da Maranello e, fin dai primi giri in pista a Fiorano, si dimostro pienamente affidabile e velocissima. Contrariamente alle aspettative della squadra italiana, il candidato al titolo si rivelò Felipe Massa poiché Kimi Raikonen, campione del mondo in carica, tra il Gran Premio del Canada ed il Gran Premio di Francia cadde in una crisi che lo estromise dalla conquista della vittoria finale.
Dopo le prime prove, una delegazione dei piloti chiese di sistemare i cordoli e ricalcolare le traiettorie in usciata ed entrata dai box. Ultimate le modifiche richieste, i piloti si sfidarono nelle qualifiche dove, dopo un duello tiratissimo, si piazzarono in prima fila i due contendenti al titolo: Massa con la Ferrari e Hamilton con la McLaren. Raikonen si qualificò terzo e, anche se la matematica lo teneva ancora in corsa, di fatto il finlandese ormai aveva tirato i remi in barca.
Tra i piloti di testa spiccava per assenza il nome di Alonso. Lo spagnolo, dopo la squallida vicenda della Spy Story che portò alla squalifica della McLaren nell’anno prima, capì che nel team inglese per lui non c’era piu spazio. La presenza di Hamilton e soprattutto la testimonianza rilasciata in corte d appello FIA, tutta volta a danneggiare la McLaren, imposero al talentuoso spagnolo di lasciare il team inglese per accasarsi temporaneamente alla Renault.
Nel GP di Singapore, nonostante la sua immensa classe, riuscì a strappare un quindicesimo posto al fianco del suo compagno di squadra Piquet junior, tanto cognome ma poca guida.