Il giovane russo della Toro Rosso si è preso una bella rivincita nei confronti del rivale Max Verstappen sul tracciato di Marina Bay. Kvyat ha duellato con l’olandese difendendo la posizione con tenacia e maestria, senza mai eccedere. Al 49° giro, tuttavia, il pilota di Ufa si è dovuto arrendere alla superiorità della RB12.
Di Alessandro Bucci
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Alla diciottesima tornata del Gran Premio di Singapore abbiamo assistito ad uno splendido duello prolungato tra Daniil Kvyat e Max Verstappen, un confronto perdurato anche nei giri successivi facendo rimanere con il fiato sospeso migliaia di appassionati. Mentre il russo è partito bene dalla settima piazza guadagnando una posizione, il figlio di Jos è scattato con la “retromarcia”, creando un po’ di scompiglio e retrocedendo all’ottavo posto. Il momento cruciale è avvenuto al sedicesimo giro, quando Kvyat ha effettuato il primo pit-stop montando gomme Super Soft e rientrando in pista dodicesimo dinanzi a Verstappen, anch’egli su Super Soft, fermatosi ai box una manciata di tornate prima del numero 26.
Il duello per la nona posizione è stato avvincente e profumava di “vera Formula 1”, con Kvyat sempre duro nelle manovre difensive, ma mai scorretto. La tenacia con cui Daniil ha difeso la posizione, portando sovente Verstappen all’esterno, è suonata molto come un chiaro segnale ai suoi detrattori, dimostrando di avere eccome gli attributi, oltre a dare maggior credibilità al circus, dal momento che i due piloti coinvolti guidano per scuderie gemellate. A fornire maggior sale al duello la rivalità tra Kvyat e Verstappen, creatasi indirettamente per le vicende che hanno visto protagonisti i due a primavera (il russo “retrocesso” dalla Red Bull alla Toro Rosso per far posto al giovane fenomeno, subito vincitore a Barcellona).
Oggi penso di aver dato tutto: mi sono divertito e ho anche ingaggiato dei gran bei duelli! -ha dichiarato Kvyat, riferendosi in particolare a quello con Verstappen- Sfortunatamente dopo un buono primo stint le cose non sono andate come ci aspettavamo. Siamo rimasti alle spalle di Pérez per mancanza di velocità in rettilineo e non riuscivamo a superarlo. Ho spinto fino all’ultimo centimetro e ho davvero dato l’anima in pista. Peccato, ma sono felice di essere tornato in zona punti.
Decisamente meno sportivo il pilota Red Bull Max Verstappen, addirittura contrariato dal comportamento di Kvyat (della serie, da che pulpito vien la predica):
Il suo modo di difendersi non mi è piaciuto affatto e credo non sia stato molto corretto. Per tenere la posizioni mi buttava fuoripista e così continuavamo a perdere tempo sugli avversari. Questa lotta ha avuto delle conseguenze negative sul mio ritmo ed ha influenzato il nostro risultato. Tuttavia non ho mai chiesto che venisse dato un ordine di squadra a Kvyat: il sorpasso dovevo prendermelo in pista.
Viene da domandarsi per quale motivo Max avrebbe dovuto chiedere un ordine di squadra a Kvyat, dal momento che i due piloti corrono per scuderie diverse, anche se qualche dubbio è lecito, visto la singolare (si fa per dire) richiesta della Toro Rosso che, nel corso del duello, ha riferito al russo che stavano facendo gara su Alonso e non su Verstappen.
Al 49° giro, tuttavia, Kvyat non ha potuto nulla contro Sergio Pérez e Max Verstappen, concludendo la gara in nona posizone e tornando a punti dopo un digiuno durato ben quattro gare, oltretutto in occasione dei 200 GP festeggiati dal team faentino.
Non possiamo che augurare a Daniil di mantenere questa intensità (anche se sarà difficile, dal momento cha la STR11 ha evidenti limiti dovuti alle power-unit 2015 Ferrari) ed esortare Verstappen a rivedere meglio le procedure di partenza, dal momento che è reduce da ben due avvii disastrosi. Ci aspettiamo ben di più dal “rookie of the year 2015” e dalla futura stella olandese.