Ricordiamo che nella passata edizione del Gran Premio di Singapore, conclusasi con la vittoria del Poleman Sebastian Vettel seguito dalla Red Bull di Ricciardo in forte crescita e dalla Ferrari di Iceman, la Mercedes (scattata dalla terza fila con entrambi i piloti staccati di oltre un secondo dalla Pole) oltre a registrare il ritiro di Lewis Hamilton, vide Nico Rosberg transitare quarto sotto alla bandiera a scacchi, con un ritardo di quasi venticinque secondi dalla vetta.
Il team tedesco pagò probabilmente un momentaneo stallo sullo sviluppo della power-unit ed una risposta non brillante da parte del telaio, caratteristica riscontrata da tutti i team motorizzati Mercedes, ma soprattutto le pressioni limitate al ribasso delle gomme, in seguito all’irrigidimento regolamentare provocato dal “mini scandalo” accaduto a Monza. Il risultato ottenuto dal team teutonico fu infatti messo momentaneamente sotto indagine dalla FIA per un presunto mancato rispetto della pressione minima degli pneumatici, rilevata prima del GP sulle monoposto di Hamilton e Rosberg.
Negli ultimi giri dell’appuntamento monzese, pur in presenza di un notevole margine di sicurezza sul secondo pilota in gara, la scuderia chiese ad Hamilton di compiere dei giri veloci, nel tentativo di dilatare il vantaggio su Vettel, nel caso in cui i commissari avessero deciso di penalizzare il tempo totale del britannico. Tuttavia il collegio dei commissari decise di non prendere provvedimenti e confermare il risultato, dal momento che la temperatura degli pneumatici, al momento del controllo, sarebbe stata più bassa del normale, modificando perciò il valore di pressione misurato. Una storia che ancora oggi desta più di qualche perplessità, tra regolamenti facilmente aggirabili e manie di protagonismo della FIA…