Dopo La debacle di Silverstone, la Ferrari si è avvicinata al GP d’Ungheria con la consapevolezza di dover dare un segno. Il podio Vettel l’ha soltanto sfiorato però la sua gara è stata aggressiva e nel complesso positiva. Capolavoro di Raikkonen, partito 14° rimonta sino al 6° posto infiammando il GP con uno straordinario duello (non vinto) con Verstappen.
Talvolta la prestazione di una squadra va guardata al di là del risultato. La Ferrari se guardiamo al risultato anche in Ungheria ha deluso. Il podio per chi vuole lottare per vincere è il minimo sindacale richiesto ma ieri dall’Hungaroring la Ferrari ne è uscita con una prestazione ricca d’orgoglio e grinta , per lei più salutare di un anonimo terzo gradino del podio.
Guardando al di là del risultato, la Ferrari a Budapest, ha messo in pista tanta grinta correndo con entrambi i piloti come ci si aspetta sempre da chi in livrea rossa -forse più di tutti- incarna lo spirito della sfida e della corsa al di là delle qualità del mezzo a disposizione. In questo la Ferrari ieri è stata grande, compatta e brava nelle strategie. Del mezzo sappiamo i limiti; la SF-16H è difficile da accordare e forse ormai difficilmente raddrizzabile.
Lo start
Al via Vettel non riesce a ripetere la prodigiosa partenza dello scorso anno, trova tutti gli spazi chiusi e con intelligenza evita manovre che possano portare a inutili contatti. Raikkonen da dietro, partiva 14° non per colpa sua, sembra dormire perdendo un sacco di tempo dietro alla HAAS di Grosjean. Ancora non sappiamo che, guardando non al risultato ma allo spirito, sta per fare una delle sue gare più belle della carriera in Ferrari.
La gara
Le strategie della Ferrari questa volta sono giuste. Budapest è uno dei peggiori tracciati per le carenze aerodinamiche della rossa e uno dei migliori per esaltare il telaio di una Red Bull che soffre invece di motore. Tutto sommato la contesa con le Red Bull è stata viva fino alla fine. La strategia ha portato Vettel a mordere le caviglie a Ricciardo e Raikkonen alle spalle di Verstappen al 6°posto. Poteva andare peggio, poteva andare meglio ma si è lottato.