F1 | Germania 1999: L’Italia s’innamora di Irvine, la Ferrari meno

La Ferrari fa una isperata doppietta. Mika Salo lascia la prima posizione a Eddie Irvine. Doppietta della Rossa e testa del mondiale per l’irlandese. Ma non era previsto.

La Ferrari numero 3 sembrò una scheggia impazzita, il muretto sempre più vicino, l’impatto violento da far trattenere il respiro ai presenti in autodromo e ai telespettatori a casa.

ferrari_irvine_saloIl pilota tentò di muoversi, provò a sfilarsi dall abitacolo ma un improvvisa fitta lo bloccò: si saprà dopo che le gambe erano doloranti per le fratture diffuse dovute all’impatto. Dopo poco l’ambulanza scortò il pilota al centro medico e in attesa di una diagnosi, l’ambiente trattenne il fiato, Lui il predestinato Michael Schumacher, il miglior pilota in attività, nella sua rincorsa all’iride incontrò un avversario in più non calcolato: la sua Ferrari, che per un guasto ai freni finì la sua folle corsa nel muretto della curva Stowe. Nell’incidente si procurò la frattura di tibia e perone ed una probabile setticemia diffusa per la polvere di carbonio penetrata nei tessuti.

La Ferrari si trovò nella necessità di trovare un sostituto velocemente, il compagno di squadra Irvine era ancora matematicamente in grado di conquistare il titolo, grazie a una vittoria e diversi piazzamenti, ma di fatto in Ferrari nessuno ci credeva. Il tedesco era il predestinato, Irvine un playboy simpatico ma non certo un fuoriclasse del volante; era apprezzato per le sue doti di collaudatore, le nuove soluzioni da portare in pista e le prove di gomme erano, fin dall’inizio della sua avventura italiana, una sua prerogativa.