F1 | A Montreal serve l’orgoglio e un’altra Ferrari

La stagione 2016 doveva essere quella del rilancio Ferrari e la partenza del GP premio d’Australia faceva ben sperare. Ma dopo i primi giri a Melbourne è iniziata una spirale fino ad ora senza uscita. Serve a Maranello uno scatto di reni.

di Giulio Scaccia

La Ferrari si avvicina al Gran Premio del Canada, pista storicamente amica, con tanta pressione addosso e soprattutto un carico di tensioni e delusioni importanti. E’ il momento di dare una svolta ad una stagione che ha preso una brutta china. Come è stato riportato in un precedente articolo, la stagione sembra ripercorrere una delle peggiori annate vissute a Maranello, quella del 2014 e addirittura Sebastian Vettel, pilota di punta della Ferrari, ha un punto in meno rispetto a Fernando Alonso protagonista, in negativo, di quella stagione.

Al di là del dato meramente numerico, che va comunque tenuto in considerazione, la Ferrari sta deludendo le aspettative e da due gare ha davanti non solo la Mercedes, ma anche la Red Bull. In puro stile calcistico viene visto come male assoluto il Team Principal Arrivabene, percepito come una sorta di allenatore. E, con una facile quanto poco adatta associazione, via l’allenatore, gran parte dei problemi risolti. Ma non è certo così. La F1 è altra cosa, ben più complessa.

Le altre teste immediate da tagliare sembrerebbero anche i due piloti Ma così non si va da nessuna parte. E’ chiaro che Seb sta soffrendo in questa fase della stagione. Da lui ci si aspetta molto di più. Sarà la pressione, sarà forse la delusione per aver creduto (o ce lo avranno fatto credere) di avere un mezzo almeno pari alla Mercedes, certo è che il tedesco non sta dando il valore aggiunto che da lui ci si aspetta.

VettelFatte le debite proporzioni, va sulla graticola pure Kimi Raikkonen, dopo l’errore assurdo al Loews.

Sebastian rilancia. Deve farlo, è il suo ruolo e non si tira indietro:

Abbiamo dato inizio a un nuovo progetto con l’obiettivo di riportarci in alto. Nel Circus nessun altro team ha progetti ambiziosi come i nostri. Siamo sulla strada giusta. Naturalmente avremmo potuto raccogliere di più. Ad esempio in Bahrain. Se il motore non fosse esploso nel giro di ricognizione, sarei giunto sul podio. Avrei più punti in classifica e i giudizi della gente sarebbero più lucidi. Ma il passato è oramai alle spalle, dobbiamo concentraci sulle prossime gare.

Uno sguardo avanti e tra pochi giorni arriva il Gran Premio del Canada e il tempo inizia a stringere. Montecarlo e il circuito Gilles Villeneuve dovevano dare delle risposte. Ma fino ad ora non sono quelle auspicate a Maranello, tutt’altro.

Sebastian individua il gap in qualifica come l’elemento più importante per ritrovare prestazioni:

In qualifica non riusciamo a sfruttare tutto il nostro potenziale. Da questo punto di vista il lavoro non manca. Dobbiamo senza dubbio migliorare. Perché se al sabato riusciamo a posizionarci più avanti, avremo una domenica più facile.

In realtà, esaurire tutti i problemi Ferrari alle qualifiche è riduttivo e manicheo. Certo partire avanti è un vantaggio, per tanti motivi. Ma è anche vero che sono ricomparsi problemi di trazione, mancano cavalli che sembrano essere stati trovati e la vettura è meno docile sulle mescole Pirelli di quanto si pensasse, considerando anche che James Allison ha sempre prestato molta attenzione a quest’ultimo aspetto.