F1 | Ritratti: Elio De Angelis, eleganza alla guida

alesi senna 1990E la Formula 1 perde un campione senza medaglia, uno che avrebbe meritato immensamente di più per le potenzialità espresse nel corso degli anni, che lascia un’eredità pesantissima. Pochi mesi più tardi, Nigel Mansell a Brands Hatch, in quella che è la doppietta più bella della storia personale di Frank Williams, dedicherà la vittoria all’indimenticato compagno di squadra alla Lotus. La sua Brabham BT55 venne utilizzata da Gordon Murray come base per il progetto di quella che diventerà la vettura che per poco non faceva en-plein per quanto riguardava vittorie e pole position, la McLaren Mp4/4 che regalerà il titolo al suo ex-compagno di squadra, Ayrton Senna. Non solo. Passano 3 anni e sullo stesso circuito dove Elio perse la vita esordirà un pilota francese, mezzo italiano, che decise di dipingere  il suo casco con gli stessi colori di Elio; si tratta di Jean Alesi, che esordirà su una Tyrrell che l’anno successivo sarà colorata di bianco e blu, come la BT55 di De Angelis. Tante coincidenze, forse troppe. E chissà che i due, in quel fantastico duello a Phoenix all’inizio della stagione 1990, non si siano per un attimo ricordati di lui. Un pilota che ha messo in atto una delle migliori arti di un pianista e di un musicista in genere: quella dell’improvvisazione, ovverosia non quella di fare le cose a caso (come tutti saremmo portati a pensare) ma di trovare sempre una soluzione anche partendo da zero, il più delle volte positiva. Non a caso, De Angelis dichiarò che se non avesse fatto il pilota sarebbe diventato compositore. E quello che è stato capace di fare al volante è stata la migliore espressione di questo concetto e della sua guida votata all’eleganza, alla correttezza e alla gentilezza. Tutte doti per le quali la Formula 1 non smetterà mai di ringraziarlo.