F1 | Montecarlo e l’impresa di Jules Bianchi

Ed eccoci al Gran Premio di Montecarlo, che per tanti team significa moltissimo, perchè si parla di grandi imprese, trionfi straordinari di nomi entrati nella leggenda… Ma per un team in particolare questa gara è la storia di una grande emozione e di un ricordo che è incancellabile. Stiamo parlando della Manor e quel ricordo è inevitabilmente legato a Jules Bianchi.

Già, perché a Monaco ci sono anche quelle piccole storie belle da raccontare, imprese firmate da piloti che hanno vinto poco o per nulla ma che hanno regalato emozioni e spettacolo. E se vogliamo andare a scavare nel passato dei suoi connazionali, l’impresa di Bianchi sembra quasi una prosecuzione di quelle di Jean Alesi nel 1990 e di Olivier Panis 20 anni orsono. Una serie di precedenti illustri che rendono l’impresa di Jules uno dei fiori all’occhiello dell’automobilismo francese, capace di regalare l’unico grande successo della storia di quella che allora eras la Marussia. L’impresa di un ragazzo semplice che la Ferrari Driver Academy aveva scelto per crearne un futuro campione dopo le critiche che avevano accompagnato l’uscita dal programma di Sergio Perez.

Ci stava riuscendo, Jules. Stava cercando di emergere, con molta fatica, dalle sabbie mobili di quella classifica che lo condannava a rimanere sempre indietro, stava riuscendo a dimostrare a Maranello che, sì, lui era un pilota da Ferrari, che era il pilota giusto per mandare a casa Kimi Raikkonen. Insomma, Jules non eras lì per caso e quel numero 27 sul musetto che gli era stato appiccicato nel corso di un test era un presagio molto forte, uno sprone a cercare l’impresa che puntualmente è arrivata e sul circuito più difficile per la resistenza e l’abilità di un pilota e, per questo, vale doppio.

Una storia che si è interrotta troppo bruscamente prima di essere terminata e pure troppo in fretta. E forse non è casuale che nei giorni del Gran Premio di Montecarlo la famiglia di Jules Bianchi ha annunciato di fare causa alla FIA per fare chiarezza sulle responsabilità di quel terribile incidente. Già, perché a perdere Jules Bianchi no è stata solo la sua famiglia, la Ferrari o la Marussia, ma la Formula 1 intera, vittima dei suoi errori e delle sue criticità.

Addio Jules, ci manca il tuo sorriso, ma più di tutto ci manca la tua velocità.