F1 | Ferrari, arrivano in soccorso le spalle solide di Arrivabene

Maurizio Arrivabene, Team Principal della Ferrari, tira le somme e ci mette la faccia e anche le spalle, perché il momento è di quelli difficili. Niente dichiarazioni di facciata. Un’unica ricetta. Piedi per terra e duro lavoro, cercando di essere ottimista.

di Giulio Scaccia

 

raikkonen_sochiUna splendida penna come Leo Turrini lo ha definito “l’uomo giusto per una lunga camminata nel deserto”. E’ lui, Maurizio Arrivabene, l’uomo voluto da Marchionne, un duro secondo alcuni, un ottimo leader secondo altri. Probabilmente entrambe le cose. Non ha mai risparmiato lodi e bacchettate, in particolare a Kimi Raikkonen, anche nell’ultima gara a Sochi, lamentando una scarsa reattività ed aggressività nei confronti di Hamilton. E’ lui capace di incitare e criticare squadra e piloti. Tocca a lui tenere unito l’ambiente in un momento come questo. Un’unica regola: lavoro duro e piedi per terra. E’ il suo credo. E questo suo approccio ha generato forse anche  qualche possibile frizione prima dell’inizio del mondiale dopo le ottimistiche e pretenziose richieste del Presidente Marchionne. Arrivabene è chiaro e se volete la sua l’affermazione è da vero leader:

“Se le rotture sono più frequenti, è colpa mia, sono io che ho detto di andare oltre il limite, la prudenza non ci avrebbe mai permesso di avvicinarci. E’ chiaro che adesso però non possiamo più sbagliare, dobbiamo fare tesoro degli errori e non commetterne più.”

Da vero leader si fa carico di responsabilità forse non sue. Ma quelli come lui servono in questi momenti.

Ora serve calma, tenacia e volontà. Sono le sue armi e forse Il Team Principal Ferrari inizia a vedere intorno volti smarriti o innervositi, sicuramente giù di tono dopo il Gran Premio in Russia. Ma niente alibi, non fanno parte della sua cultura:

“Io non credo nella sfortuna, per me non esiste, dietro ad un imprevisto c’è sempre un fattore umano. In Cina alla prima curva avevano sbagliato i nostri piloti, la colpa era di Vettel, che aveva aperto la porta a Kyvat e poi era finito addosso a Raikkonen. Questa volta per Sebastian è stato diverso, ha fatto tutto il russo, con manovre che francamente reputiamo allucinanti e non vorremmo più vedere. Non m’interessa però parlare degli altri, pensiamo a noi, alle nostre difficoltà”.

La sfida con le Mercedes è di quelle da non far dormire la notte. Arrivabene li ha definiti “Mostri”. Il colosso tedesco è un avversario forte, fortissimo, solido. Senza apparenti punti deboli. O almeno, quelli che potrebbero essere, sono ben nascosti o quantomeno nessuno fino ad ora è in grado di farli emergere.

Arrivabene è convinto che i gettoni spesi per il motore daranno i loro frutti da Barcellona in poi e che la Ferrari può ancora giocarsi le sue chanches mondiali. Certo è che se a maggio non ci sarà una importante (quanto davvero difficile) inversione di tendenza, il mondiale è su due binari color argento.