Le super prestazioni di alcune vetture, rilevate da Barcellona e confermate in Australia, inducono dei team a sospettare di qualche trucchetto per modificare la pressione delle gomme mentre la vettura è in movimento.
di Francesco Svelto | Follow @f_svelto
Prestazioni super – Alzi la mano chi non ha notato un incremento cosi netto delle prestazioni di alcune vetture rispetto allo scorso anno. Le qualifiche di Melbourne hanno confermato un trend che si era visto sin dagli ultimi test di Barcellona, quando le vetture, in particolari condizioni, riuscivano a migliorare nettamente le prestazioni rispetto alle medesime condizioni di un anno fa.
E’ vero che le mescole Pirelli 2016 hanno una fisolofia e tipologia costruttiva differente ma sembra esserci qualcosa in più. Dopo i fatti del Belgio dello scorso anno, quando Vettel negli ultimi giri perse un podio praticamente certo a causa di una gomma delaminata – con grandi rischi per il tedesco – Pirelli decise di iniziare ad aumentare le pressioni minime in accordo con la Fia. Da Barcellona sono diventate evidenti le proteste dei piloti, che ritenevano questo cambiamento troppo eccessivo e troppo impattante per il loro stile di guida. In pratica con una gomma avente più pressione, si riduceva l’impronta della medesima a contatto con l’asfalto, determinando una minore aderenza che il pilota non gradiva.
Nonostante si sia giunto al compromesso tra Pirelli e team – che cercava di compensare l’aumento della pressione con del camber aggiuntivo – in Australia ci sono state prestazioni monstre sia da un punto di vista di tempi sul giro (vedere i miglioramenti in qualifica rispetto ai tempi dello scorso anno) sia da un punto di vista di velocità di punta. E la cosa non quadra.
Il metodo – Se è vero che le pressioni vengono rilevate a vettura ferma, è altrettanto vero che in gara si è constatato un decremento della pressione che va ben oltre il fattore naturale. Come riporta Autosprint, i tecnici Pirelli possono rilevare la pressione solo sulla gomma e non sulla valvola che è posta sul cerchio. Ecco quindi che potrebbe esserci qualcosa sotto, con qualche team e la Fia che sospettano che si sia riuscito a decrementare la pressione minima degli pneumatici con una molla interna che agirebbe dopo qualche km di distanza percorsa dalla vettura, andando letteralmente a sgonfiare la ruota di qualche psi e, quindi, ad incrementare l’impronta a terra maggiorando l’aderenza .
Se il trucchetto – di scuola Nascar e rally – fosse confermato, da capire la reazione della Fia e i nuovi controlli che verrebbero imposti ai team. L’argomento delle pressioni è sempre stato un trend topic in F1 e la tendenza non sembra destinata a cambiare.
Francesco Svelto | Follow @f_svelto