A Barcellona test più brevi rispetto gli anni precedenti e vicini all’inizio del mondiale in Australia, un anno di gare prima delle modifiche regolamentari del 2017 ed un duello Mercedes – Ferrari già annunciato. Analizziamo cosa è emerso dai test catalani e proviamo ad immaginare come sarà il mondiale 2016.
di Giulio Scaccia
Circuito del Montmelò, Barcellona, Spagna. Sono andati in scena anche quest’anno i consueti test prima dell’inizio della stagione 2016 di Formula 1. Cerchiamo di capire cosa è emerso. Andiamo per ordine partendo dalla Rossa di Maranello. Il nuovo corso Ferrari sembra iniziato con buoni auspici. La SF-16H è, come aveva chiesto Marchionne, una vettura aggressiva, con un buon inserimento in curva, trazione migliorata ed una PU che potrebbe rivelare sorprese. I piloti sembrano a loro agio e ottimisti, in maniera cauta, ma ottimisti. La vettura sembra facile da guidare e meno nervosa rispetto agli anni precedenti. Tra i due piloti quello che dovrebbe, almeno sulla carta, beneficiarne di più è Kimi Raikkonen. Il finlandese ha sempre prediletto una macchina morbida, poco nervosa, che gli permetta di esaltare la sua guida precisa e che tende ad utilizzare tutta la corda della curva.
Sebastian Vettel è l’uomo per il mondiale della Ferrari. Il tedesco è soddisfatto della vettura che, a quanto dice, risponde bene alle regolazioni ed ha una power unit più potente rispetto lo scorso anno.
Andiamo a sensazioni più che su dati empirici, i tempi sul giro sono abbastanza relativi. La possibilità è che la Ferrari, come alcune fonti riservate sembrerebbe rivelare, oltre alle affermazioni Massimo Rivola di inizio febbraio, abbia potenzialmente un asso nella manica: una pu che scaricherà oltre 900 CV. Il punto è ovviamente capire anche per quanto tempo l’erogazione potrà essere mantenuta. Certo è che le dichiarazioni del team Haas riguardante varie opzioni di PU, potrebbero ulteriormente suffragare questa opzione. La BBC ha riportato in questi giorni che la pu Ferrari dovrebbe erogare 930 cv. La speranza e qualche mormorio fanno pensare che ce ne sia qualcuno in più. Il punto è se questa power unit sia sufficientemente affidabile. Pare che qualche problema lo abbia e forse questo è stato il motivo di qualche malumore interno, soprattutto nei rapporti tra Marchionne e Arrivabene.
Servono risultati immediati alla Ferrari di Marchionne e Arrivabene, pragmatico nel suo ricoprire il ruolo di Team Principal, tiene e fa tenere i piedi ben saldi alla squadra. La monoposto del Cavallino è nata con un progetto azzardato ed estremo. Ha riscontrato dei problemi di gioventù ma è normale, nel momento in cui si cerca la prestazione con una vettura aggressiva. Coniugare prestazioni ed affidabilità è sempre stato uno dei cardini della F1, fin dai suoi albori.
La Mercedes, soprattutto nelle prime giornate, non ha mai girato con le SuperSoft ed ha inanellato un numero impressionante di giri. Forse perché a Stoccarda sono certi della prestazione della loro monoposto e preferiscono lavorare sull’affidabilità e sui long run. La situazione è cambiata nella seconda sessione al Montmelò e le Frecce d’Argento sono andate con il vento continuando a macinare tanti chilometri. La base è ottima ed il progetto Mercedes per il 2016 è evoluzione di una vettura nata per vincere e vincente. Interessante il nuovo musetto al limite del regolamento con l’introduzione dell’S-Duct e una nuova forma con il restringimento dei piloni di il fissaggio del flap anteriore, con una forma quasi a “squalo”. Il particolare aerodinamico dovrebbe favorire i flussi d’aria nella parte anteriore della vettura.
Hamilton si è dichiarato entusiasta e la sensazione è che la Mercedes mantenga un vantaggio su tutto il gruppo ed anche nei confronti della Ferrari. Probabilmente i primi 4 giorni, spesi a girare con gomme medie ed a macinare chilometri, sono serviti per lavorare sul degrado delle gomme posteriori in configurazione gara, uno (dei pochi) punti deboli palesati lo scorso anno. La zampata le Frecce d’Argento l’anno data nella seconda sessione di prove, se mai qualcuno si fosse illuso.
La sfida per il mondiale 2016 sembra essere ristretta a questi due team e probabilmente a due piloti, Hamilton e Vettel. Non metto tra i candidati Rosberg. Troppo friabile dal punto di vista psicologico, lo ha dimostrato ampiamente dopo il Gran Premio del Belgio del 2014, in cui sembrava ormai lanciato verso il suo titolo mondiale.
Ritorniamo alle innovazioni proposte a Barcellona. Si è visto poco di nuovo, se non dei raffinamenti e delle evoluzioni, in quanto le modifiche regolamentari del 2017 hanno spinto molti team a non rischiare e probabilmente non spendere, in quanto il gap da rimontare rispetto alla Mercedes è enorme e non colmabile. Uniche novità importanti in termini di progettazione dell’intera monoposto sono arrivate, come abbiamo detto, dalla Ferrari. Novità anche dalla McLaren ma il fatto che Alonso potrebbe rinunciare al mondiale la dice tutta sulla bontà del lavoro svolto in particolare dai giapponesi della Honda, che già dopo i primi test hanno fatto saltare la testa di Yasuhisa Arai, responsabile del progetto Formula 1. I secondi test hanno identificato una McLaren almeno in grado di mettere insieme un buon numero di giri. Certo è che lo spagnolo, nelle pause lunghe ai box, non ha perso il vizio di parlare tanto degli altri e del passato.
La Red Bull, se sarà supportata solo dal genio di Adrian Newey e senza un motore Renault che lo assecondi, potrà fare poco. La parte telaio ed aerodinamica è di prim’ordine ma probabilmente non basterà per competere con Mercedes e Ferrari. Se la Renault riuscirà a proporre una Power Unit più significativa, il buon Daniel Ricciardo potrà togliersi qualche soddisfazione, soprattutto in circuiti dove conta il carico e la guiddabilità.
Qualche buon segnale dalla Force India e dalla WIlliams, grazie anche al motore Mercedes e da Nico Hulkenberg che come ogni inizio stagione fa faville per poi perdersi, probabilmente come si rende conto dei limiti e delle difficoltà relative al materiale a disposizione per competere. Il tedesco è un manico. C’è da augurarsi che non si perda e magari potremmo auspicargli un domani un futuro a Maranello.
A Melbourne in Australia cosa vedremo? Sicuramente un duello Mercedes – Ferrari. La sensazione è che se la rossa riuscirà ad essere vicina in prova, magari a mettere il muso davanti in qualche occasione, ne vedremo delle belle. Hamilton e il team di Stoccarda favoriti, ma la Ferrari del nuovo corso si farà sentire.
Importante che a Maranello, qualora non arrivasse la prima auspicata vittoria a Melbourne, non ci si deprima e si continui a lavorare con intensità e dedizione, che fino ad ora non sono certo mancate.
Aspettiamo l’accensione dei motori.