A solo due stagioni dall’avvento dell’era Hybrid la Formula 1 si ritrova a Milano per discutere le nuove regole.
Era dai tempi del Drake che la Formula 1 non si ritrovava in Italia per discutere i temi che riguardano il proprio futuro.
E’ successo ieri a Milano nella splendida location di Villa Bicocca degli Arcimboldi, la prestigiosa sede di rappresentanza Pirelli.
Qui i rappresentanti delle squadre di Ferrari, Mercedes, McLaren, Williams con la presenza di alcuni piloti tra cui Vettel, Raikkonen, Bottas, Rosberg e Kvyat si sono incontrati per parlare dei programmi di sviluppo delle gomme Pirelli e siamo pronti a scommettere non solo…
Ecclestone dopo l’infruttuoso summit Londinese che non ha messo d’accordo nessuno ha avuto un occasione in più per parlare con i team riguardo alla strada da intraprendere nell’imminente futuro.
La realtà è che questa Formula 1 piace a pochi. La rivoluzione dell’ibrido non ha portato i frutti sperati né in termini di spettacolarità né in termini di gestione costi.
Facciamo un passo indietro e per capire utilizziamo concetti base. Nel 2013, ultima stagione dei motori aspirati, si parlava come adesso di un “tetto costi” e di uno spettacolo da proteggere e valorizzare.
Se questi erano gli obbiettivi da centrare la Formula 1 non ci è riuscita. Il nuovo regolamento è stato interpretato al meglio dal solo Team Mercedes (con pieno merito, sia chiaro) che da due stagioni la fa da padrone. Al pubblico, in generale, questo monopolio non piace e conseguentemente anche per questo cala l’interesse nei confronti di una competizione priva di battaglia.
In Europa la Formula 1 in chiaro è sempre più difficile da trovare. L’Italia con la RAI trasmetterà solo 10 GP live così che per vedere le dirette gli appassionati dovranno optare per la TV a pagameto.
Questo accade perché la domanda nei confronti del prodotto Formula1 è in diminuzione, gli sponsor che hanno investito fior di milioni non vedono ritorni e il pubblico vive la Formula 1 come una categoria complicata che si rende la vita difficile con regolamenti talmente complessi da sembrare incomprensibili.
Su tutto questo poi pesa come un macigno la questione dei costi. Le power-unit ibride sono costate cifre esorbitanti, e continuano a costarlo in sviluppo, rendendo difficile la sopravvivenza dei piccoli team.
Cosi com’è la Formula 1 non funziona, talvolta i piloti sanno regalarci gare entusiasmanti ma talvolta altre gare risultano soporifere. E’ sempre stato così e bisogna guardare oltre.
La Formula 1 deve trovare un accordo e decidere di muoversi verso l’interesse del pubblico. Deve cambiare ancora pelle perché la rivoluzione ibrida forse è stata un passo falso.
Deve essere più semplice da capire e le monoposto devono tornare ad essere l’attrezzo che deve saper far emergere e valorizzare il talento dei piloti. Oggi non è così. Oggi l’ibrido è la gabbia nella quale la F1 si è rinchiusa.