Ed ecco come quello che sembra partire come un Campionato equilibrato si rivela una serie in cui le disparità tra un team e l’altro sono fortissime e chi vince riesce a creare i presupposti per un dominio che dura anni (fatte salve sporadiche eccezioni, come Renault e McLaren negli anni 2000), non solo in pista ma anche a livello politico, riuscendo a dettare i regolamenti tecnici e sportivi per gli anni a venire. Non solo, così facendo c’è anche il rovescio della medaglia, perché piloti (come Alonso, Button o lo stesso Raikkonen) e team (per esempio McLaren e Williams) dal passato glorioso sono costretti a sprofondare sopraffatti dalla crisi o da scelte compiute ai loro partner (leggi Mercedes).
Una situazione criticata più volte dagli stessi protagonisti del Circus, tra cui Bernie Ecclestone (che sta progressivamente perdendo il proprio potere sotto i colpi di Ferrari e Mercedes, il cui operato viene indirettamente avallato da Jean Todt, bersaglio di una recente battuta polemica del Supremo), e che ora sta scappando di mano agli stessi protagonisti del Mondiale. E di certo, tra Strategy Group, riforme annunciate e problemi irrisolti, la Formula 1 rischia di diventare essa stessa un problema, perché vittima delle guerre che si stanno combattendo al suo interno. E questo scambio di battute tra Vettel e Hamilton è un chiaro esempio della piega che sta prendendo il Mondiale.