F1 | Vettel, Hamilton e quei domini troppo facili

Ed ecco come quello che sembra partire come un Campionato equilibrato si rivela una serie in cui le disparità tra un team e l’altro sono fortissimechi vince riesce a creare i presupposti per un dominio che dura anni (fatte salve sporadiche eccezioni, come Renault e McLaren negli anni 2000), non solo in pista ma anche a livello politico, riuscendo a dettare i regolamenti tecnici e sportivi per gli anni a venire. Non solo, così facendo c’è anche il rovescio della medaglia, perché piloti (come Alonso, Button o lo stesso Raikkonen) e team (per esempio McLaren e Williams) dal passato glorioso sono costretti a sprofondare sopraffatti dalla crisi o da scelte compiute ai loro partner (leggi Mercedes).

Una situazione criticata più volte dagli stessi protagonisti del Circus, tra cui Bernie Ecclestone (che sta progressivamente perdendo il proprio potere sotto i colpi di Ferrari e Mercedes, il cui operato viene indirettamente avallato da Jean Todt, bersaglio di una recente battuta polemica del Supremo), e che ora sta scappando di mano agli stessi protagonisti del Mondiale. E di certo, tra Strategy Group, riforme annunciate e problemi irrisolti, la Formula 1 rischia di diventare essa stessa un problema, perché vittima delle guerre che si stanno combattendo al suo interno. E questo scambio di battute tra Vettel e Hamilton è un chiaro esempio della piega che sta prendendo il Mondiale.

Cristian Buttazzoni
Cristian Buttazzoni
"Life is about passions. Thank you for sharing mine". (M. Schumacher) Una frase, una scelta di vita. Tutto simboleggiato da un numero, il 27 (rosso, ma non solo)

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