La trattativa per il rinnovo del contratto di Monza con la FOM si è interrotta quando la politica ha voluto inserirsi nella trattativa. Una presenza tanto ingombrante quanto dannosa.
13 febbraio 2016 – Il brusco stop alla trattativa per il rinnovo del contratto tra l’ACI, ACI Milano e la FOM per il Gran Premio d’Italia a Monza nasconde un retroscena: ci sarebbero stati infatti dei pesanti dissidi tra la Regione Lombardia e l’Automobile Club legati al fatto che l’Ente territoriale avrebbe voluto sedere al tavolo delle trattative con Bernie Ecclestone e insediarsi tentando di dettare le regole, visto che, come lo stesso Presidente della Lombardia ha avuto modo di replicare, i soldi ce li mette lui e quindi vuole anche indicare come vanno spesi.
Appena letta la notizia, che ha colto di sorpresa un po’ tutti, chi scrive ha voluto andare a capire il perchè uno come Bernie Ecclestone, che sembrava vicinissimo alla firma, di colpo abbia fatto marcia indietro e la scoperta del retroscena è apparsa non solo poco chiara, ma anche per certi aspetti stucchevole. Sorge spontanea una domanda: come mai la politica, in questo caso nella persona di Roberto Maroni, personaggio di un certo spessore politico (ma non solo lui), va a ingerirsi in questioni che non la riguardano? O meglio, perché vuole a tutti i costi avere un ruolo da protagonista in una cosa nella quale dovrebbe recitare un ruolo da spettatore? Sì, perché l’unico compito che avrebbe la Regione sarebbe quello di procedere agli adeguamenti infrastrutturali di un impianto, l’Autodromo di Monza, che ora è anche di sua proprietà, non di certo quello di ingerirsi in una trattativa tra soggetti privati, per la quale l’Unione Europea vieta gli aiuti di Stato. E le parole di Mister E sono state chiarissime e per certi versi lapidarie: o la politica se ne sta fuori e smette di fare i soliti teatrini o altrimenti salta tutto.
Nella trattativa per Monza si sono inseriti tanti, forse troppi protagonisti, a iniziare da Ivan Capelli e Angelo Sticchi Damiani, che sono quelli che dovrebbero mettere la firma sul contratto con Bernie Ecclestone. Ma già tra le due istituzioni dell’automobilismo italiano si è venuta a creare un po’ di confusione, che però si è risolta non appena Sticchi Damiani ha messo in chiaro che ACI si sarebbe accollata la maggior parte dell’onere con la FOM, lasciando ad ACI Milano la gestione degli aspetti sportivi della trattativa con l’Autodromo, visto che era l’organo deputato all’organizzazione in concreto del Gran Premio. Poi, però, sono subentrati vari soggetti, tra cui la piccola guerra interna con l’Autodromo di Imola, la Regione Lombardia che è entrata nella proprietà dell’Autodromo, annunciando un piano decennale di opere per 70 milioni di Euro, è subentrato il Governo che ha sbloccato i fondi dell’ACI (come a voler dire che l’intervento della politica è stato indispensabile, nulla di più falso visto che la richiesta è arrivata dallo stesso Sticchi Damiani), è arrivata la Dorna che ha richiesto delle modifiche al tracciato che Ecclestone, a quanto sembra, non ha gradito. C’è anche da dire che i personaggi voluti da Capelli al vertice della SIAS (Dell’Orto) e dell’Autodromo (Ferri) forse peccano di inesperienza sul campo, pur essendo personaggi di assoluto rilievo nella realtà economica monzese.
Insomma, quello di Monza è un grande caos nel quale molto probabilmente Bernie Ecclestone non sta capendo più nulla e che sicuramente non ha gradito. Perché, forse, l’elemento che non permette di chiudere la trattativa non è ricercabile nei soldi, che ci sono, ma nell’assenza di garanzie reali per il futuro, che in tutto questo caos dato dal continuo inserirsi di nuovi protagonisti nella storia (alcuni dei quali dovrebbero rimanerne al di fuori) sembra non far intravedere buone prospettive per Monza. Urge, dunque, che si faccia chiarezza al più presto sul fronte interno per presentare a Ecclestone una proposta credibile. Anche perché, nonostante il cauto ottimismo mostrato all’uscita di una riunione tutt’altro che pacifica, se alla fine di febbraio non c’è la firma sul contratto questa edizione del Gran Premio d’Italia potrebbe essere l’ultima della sua storia. E l’errore, di tutti, sarebbe veniale.