F1 | Ritratti: Jacky Ickx, l’intelligente piccola peste

Il triangolo no! – Jacky, nel corso del 1984, prima ancora di chiudere la sua carriera da pilota venne chiamato a svolgere il ruolo di direttore di corsa per tutti i Gran Premi di Formula 1. Tutto si svolse regolarmente nelle prime gare, ma a Montecarlo Ickx fu al centro di roventi polemiche quando decise di abbassare la gpmonaco1984_senna_bandera_rojabandiera a scacchi e la bandiera rossa nel corso del 31. giro. La gara fu condotta da Prost sotto un diluvio torrenziale, ma a mettersi in luce fu un pilota sconosciuto, che era alle prime armi nella massima formula: il suo nome era Ayrton Senna e sotto l’acqua ricordava molto Ickx, appunto, tant’è che stava per agguantare il francese. Ma Ickx accolse la richiesta di congelare la gara fattagli da Prost. Due giri dopo e Senna, molto probabilmente, lo avrebbe ripreso, visto che girava 3 secondi più veloce del francese e il vantaggio del francese era di 7 nel momento in cui la gara venne interrotta. Ickx venne accusato di essere complice di Prost vista la sua collaborazione con la Porsche, che forniva i motori alla McLaren, un triangolo che Senna aveva molto ben considerato – per riprendere la famosa frase di Renato Zero – e che probabilmente ha segnato l’inizio della guerra con Jean-Marie Balestre, francese come Prost, anche se le ambizioni di vittoria di Senna vennero stroncate dalla imminente rottura delle sospensioni. Ma per la dantesca legge del contrapasso, gli venne attribuito metà punteggio, che consentirà a Lauda di conquistare il terzo titolo mondiale, beffando Prost all’ultima gara dell’Estoril. A Ickx, proprio per l’episodio di Montecarlo, invece, la direzione delle gare venne revocata, visto che la sua decisione venne presa senza consultarsi con i commissari. Insomma, ancora una volta Ickx ha sparigliato le carte mettendoci del suo, in nome di un principio al quale ha sempre tenuto, la sicurezza.

Insomma, pestifero quanto si vuole, ma Ickx ha sempre saputo chi era, dove stava andando e dove voleva arrivare, visto che le sue doti di guida sono sempre state 5780982698_9fb4afcd63_zindiscusse e gli sono valse il titolo di Driver del secolo. Titolo che non è meritato solo per le sue doti di guida, ma anche per le sue idee sulla sicurezza nelle piste, manifestate anche in modo plateale, e per la sua grandissima sportività. Lui lo sa, il motorsport è pericoloso, frase detta e ripetuta da “Monsieur Le Mans” anche nel 2013, quando perse la vita Allan Simonsen. E’ lui a far issare un’enorme bandiera danese sul podio e a prendere la parola per chiedere un’ovazione ed è lui che va Jacky+Ickx+bxnQs9Iq21Vmad abbracciare un Tom Kristensen stretto da dolore arrampicandosi sul podio dopo la sua nona e ultima affermazione sulla Sarthe. Lui che conosce i rischi di quella gara e dell’automobilismo in genere è certamente il personaggio più indicato ad affrontare questo tipo di situazioni e, come sempre, lo ha fatto egregiamente. Così come tutta la sua carriera da pilota, contraddistinta da grande intelligenza e pulizia al volante, cosa che solo per una serie di circostanze non gli ha permesso di ottenere i risultati che meritava.