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F1 | Ritratti: Jacky Ickx, l’intelligente piccola peste

Ritratto numero 46 dedicato a Jacky Ickx, pilota belga noto per le 6 vittorie a Le Mans e alle stagioni di Formula 1 disputate con Ferrari e Brabham.

16 gennaio 2016 – La storia della Formula 1 è fatta di grandi campioni, ma anche di grandi personaggi. Quegli uomini che non si fanno notare solo per le prestazioni, ma anche per il loro comportamento. Fatevi una domanda: in Formula 1 esistono i pestiferi? Persone alle quali non si può non voler bene perché hanno l’innata dote di mandare gli altri all’esaurimento? No? Allora, forse, dimenticate uno scanzonato pilota belga che risponde al nome di Jacky Ickx. Calma, non pensate che Ickx sapesse solo ed esclusivamente far divertire o fosse tendenzialmente capriccioso, perché quando abbassava la visiera o gli occhialoni (all’epoca esistevano anche quelli) era un vero mastino e sapeva benissimo cosa voleva e dove voleva arrivare. Un pilota versatile, che si comportava egregiamente tanto in Formula 1 quanto nelle ruote coperte.

Il re della pioggia1963_20     Motori grandi, molto grandi, ma la sua storia inizia con un motore piccolo, di appena 50 centimetri cubici, quello di una Zundapp, motoretta che ha scatenato nel piccolo Jacky l’ardente passione per i motori, che inizia sin da bambino con una disciplina insolita: il trial. Lì non conta la velocità, ma l’intelligenza e la forza fisica, tutte doti che saranno di grande aiuto a Jacky quando deciderà di mettere 2 ruote in più e iniziare la carriera nel mondo dell’automobilismo. Infatti, tutti si stupiranno per le sue doti di guida in condizioni estreme, tanto da soprannominarlo “il re della pioggia”, e come biglietto  di presentazione ha una vittoria nel Campionato turismo belga e una corsa fuori campionato, e quindi che non valida per le classifiche: nientemeno che la 24 Ore di Le Mans del 1966. Ickx è l’assoluto protagonista dello scontro Ferrari-Ford, scappando via da subito. Jacky è uno di quei piloti che riconosci da subito: veloce, anche un po’ spericolato ma capacissimo di adattarsi a tutte le condizioni di guida. Ecco come nasce quella vittoria, anzi, quel vero e proprio dominio a Le Mans, talmente forte da non lasciare nemmeno spazio ai reclami della Ferrari, visto che il primo stint di Ickx era durato 3 ore e 2 minuti, quando il regolamento imponeva il limite massimo delle 3 ore; non c’è nulla da fare, ad arrendersi è persino il Drake che, anzi, in futuro lo vorrà nelle sue file. Ickx in quell’anno farà esplodere tutto il suo talento anche nelle ruote scoperte, grazie a Ken Tyrrell che lo porterà in Formula 2. A 21 anni stupirà tutti in una gara di Formula 1, anche qui non su una pista a caso bensì sulla Nordschleife, dove farà segnare il terzo tempo assoluto, preceduto solo dalle due Formula 1 di Jim Clark (Lotus) e Dennis Hulme (Brabham). In gara dovette arrendersi solo a Jack Brabham, che gli soffiò il podio inducendolo a desistere dagli attacchi. E infatti, nel finale, Ickx rinunciò a superare Brabham proprio perché l’australiano gli tagliava continuamente la strada. In quell’anno, il 1967, Ickx conquistò la vittoria nel Challenge europeo di Formula 2, appena istituito grazie a quella vettura. Se possiamo riassumere in poche parole la guida di Ickx ha queste caratteristiche: rispettosa del mezzo e degli avversari tanto quanto veloce e spregiudicata.

Il Drake, Jackie e Jacky – Caratteristiche che gli faranno guadagnare il soprannome di “Pierino la peste” da quanto era puntiglioso nelle richieste di messa a punto delle 4%20FERRARIJACKY%20ICKX%208monoposto con le quali proseguirà la sua carriera: le Ferrari. Il Drake era molto vicino ad assicurarsi le prestazioni di un altro Jackie, vale a dire Stewart, ma lo scozzese non volle correre in altre categorie al di fuori della Formula 1. L’incidente di Cevert poi, si sa, fece il resto. Il belga invece aveva tutto quello che il Drake potesse desiderare: era veloce, rispettoso della meccanica e vantava già dei risultati prestigiosi, come la fresca vittoria alla 24 Ore di Le Mans. Fu così che nel corso di una cena il Drake venne convinto a mettere sotto contratto “Pierino”, nella stagione 1968, ma fu proprio il suo esordio a mettere i primi grattacapi in testa a Enzo Ferrari, che rischiò di rompere il rapporto con Ickx ancora prima di iniziarlo. Siamo in Sud Africa, dove la sua vettura fu l’inverso di quella di Chris Amon, ossia aveva un buon motore ma accusava problemi di telaio. Visto che Ickx era all’esordio, i tecnici di Maranello pensarono bene di sostituire il motore di Amon con quello di Ickx e lo riferirono al belga. Apriti cielo! La furia di Ickx si abbattè sul box del Cavallino, che rischiò seriamente l’incidente “diplomatico”: «Oltre ad un telaio che va storto mi togliete anche il motore buono. lo corro per cercare di vincere, non per essere umiliato in partenza. Se è così straccio il contratto e torno a casa!» Parole che resero chiare le ambizioni di Ickx e obbligarono il team a correre ai ripari da subito. Il belga, che fu il primo pilota della storia a “vestire” il 27 rosso e il primo a usare gli alettoni, mise subito le cose in chiaro e la prima vittoria fu questione di poche settimane. Arrivò infatti a Rouen, in Francia, sotto una pioggia torrenziale, guidando da perfetto argonauta. Un pilota che è ed è stato “un connubio di ardimento e di calcolo”, così come lo ricordava Enzo Ferrari, capace di esaltarsi nelle condizioni più proibitive. Non lo fermerà nemmeno un incidente in Canada, visto che riuscirà a far sua in quella stagione anche la 1000 km di Spa. Ma sarà il suo carattere deciso a fargli prendere una decisione della quale si pentirà: sbattere la porta di Maranello per andare alla Brabham.

Il figliol prodigo – Ickx va alla Brabham pensando di trovare un ambiente nel quale è certo di poter vincere, di poter diventare Campione del mondo da subito. Ma forse nessuno gli aveva raccontato la storia di Dennis Hulme, che due anni prima subì un clamoroso defenestramento dalla Brabham non appena fosse diventato Campione del 1969_silverstone__jacky_ickx__brabham_bt26a_mondo. Il peccato? Quello di aver scavalcato “Black Jack”, l’unico che poteva portare le sue monoposto alla vittoria. E per ottenerlo sarebbe stato disposto a tutto, anche a rovinare le sue corse per eliminare i compagni scomodi. E così, dopo aver vinto due gare, in Germania e in Canada, “Pierino” dovette accontentarsi del secondo posto finale, battuto da Jackie Stewart. Venne così avvicinato da Franco Lini, che gli chiese se volesse tornare alla Ferrari, che stava attraversando un anno di crisi. Se pensate che Ickx fu incline a sbattere di nuovo la porta, vi sbagliate. Jacky, infatti, fu un pilota estremamente intelligente e sapeva che Ferrari, sebbene fosse un personaggio molto particolare, voleva bene ai suoi piloti, a meno che non lo tradissero. E per questo, chiese a Lini come avrebbe reagito il Drake, senza chiudere la porta, perché sapeva che Ferrari era come un padre che proteggeva i propri figli. E “Pierino” era uno di loro, visto che a 25 anni 2167b217d011754c3c5af587d6f24057aveva tutta l’energia e l’esuberanza dei giovani unita all’intelligenza degli adulti. Così, quando la stessa proposta fu fatta al Drake, egli rispose: «Potremmo anche parlarne, ma quel suo protetto ha un caratterino difficile. Chissà se ci sente da quell’orecchio».  “Protetto” lo fu da Lini e vi fu anche la mediazione di Gianni Agnelli, e così Ickx e Ferrari tornarono insieme in Formula 1, ma anche nelle gare di durata. Prima però vi fu un episodio che mise in luce tute le doti umane e professionali di Ickx: alla 24 Ore di Le Mans del 1969 egli protestò platealmente contro il sistema di partenza, prendendo il via molto lentamente e allacciandosi accuratamente le cinture. Cosa che non gli impedirà di vincere la gara in volata per soli 100 metri e indurre gli organizzatori a eliminare il sistema di partenza, anche a causa dell’incidente mortale di Woolf e nel corso del primo giro che non si era allacciato le cinture. Ickx ebbe quindi ancora una volta ragione e oltre a dimostrarsi un osso duro in pista sapeva perfettamente quello che voleva e cosa fare per ottenerlo. Di più, in quella stagione coglierà la vittoria anche a Sebring, nella 12 Ore. E da ultimo fu anche un pioniere nelle battaglie per la sicurezza, insieme a Jackie Stewart, ironia della sorte il pilota che Ferrari scartò per lasciare spazio a lui.

Cristian Buttazzoni
Cristian Buttazzoni
"Life is about passions. Thank you for sharing mine". (M. Schumacher) Una frase, una scelta di vita. Tutto simboleggiato da un numero, il 27 (rosso, ma non solo)

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