F1 Legend parla della prima monoposto americana in Formula 1, la Parnelli-Jones VPJ4
24 gennaio 2015 – Nuova puntata di F1Legend che ha per protagonista una monoposto che rappresenta la sintesi di un progetto americano nato alla fine degli anni 1960, o per meglio dire la sfida yankee alla più importante competizione velocistica mondiale. Stiamo parlando della Parnelli VPJ4, unica monoposto americana della storia della Formula 1, progettata da Maurice Philippe e supportata dalle gomme Firestone, ma che ha segnato gli albori di un altro grande progettista, John Barnard.
La storia della Parnelli ha avuto uno stretto legame con quella della Lotus, non solo per il progetto curato da Philippe, che riprende molti dei concetti che hanno reso grande la Lotus 72, ma anche perché al volante è stata portata da un uomo che legherà la sua storia a quella di Colin Chapman, ossia Mario Andretti. L’americano di Montona è giunto alla corte americana già nel 1972 e ha contribuito alla creazione di quello che è stato il frutto della partnership tra Miletich, patron della Vel’s-Parnelli, e Jones, avvenuta alla fine degli anni 1960 dopo che diversi anni prima Miletich fornì a Jones i motori Ford per le gare oltreoceano. La nuova partnership nasce subito sotto una buona stella, visto che Al Unser vince per 2 anni consecutivi la 500 Miglia di Indianapolis, nel 1970 e nel 1971.
Come detto, Andretti arriva l’anno successivo e anche lui inizierà la collaborazione con il team nelle gare americane (la USAC), correndo prima in pista e poi sugli sterrati. Insieme a Philippe, Andretti proverà a sviluppare prototipi e soluzioni per, la USAC, ma nessuna di esse vide la luce. Allora, il team americano pensò bene di iniziare lo sviluppo di questa monoposto, sfruttando le conoscenze del padre della Lotus 72. Philippe e Barnard, così, disegneranno la monoposto partendo dallo stesso motore della 72, il Cosworth DFV su cui verrà montato un cambio Hewland a 5 marce. All’anteriore, la vettura si presenta con un muso a forma triangolare, di profilo basso, e l’alettone spezzato in due parti. Il telaio, monoscocca in alluminio, ha una forma a “V” bassa e ampia. particolarmente slanciata. Per quanto riguarda le sospensioni, Philippe utilizzerà per la prima volta un sistema di barre di torsione. La posizione di guida è particolarmente elevata e sopra la testa del pilota spunta un’enorme presa d’aria di raffreddamento per il motore, con la forma che cambiava spesso. Il retro della monoposto si presenta quasi convenzionale, con un alettone posteriore di forma triangolare
sotto il quale è stato creato un primo prototipo di effetto suolo, permettendo un incremento della velocità nel passaggio dell’aria. Anche le prese d’aria dei freni posteriori, rettangolari, sono state concepite per convogliare l’aria verso il centro della vettura, sopra il motore, nella zona del rotore.