Ritratto dedicato a Max Verstappen, il più giovane pilota nella storia della Formula 1, che ha esordito a 17 anni e 116 giorni, stupendo tutti alla prima stagione.
di Cristian Buttazzoni
19 dicembre 2015 – Solitamente nella serie dei Ritratti si parla dei personaggi che hanno fatto la storia della Formula 1. Ma in questo caso la scelta è ricaduta su un personaggio che la storia è destinato a scriverla, visto che già dalla prima stagione in Formula 1 ha fatto vedere cose straordinarie. Stiamo parlando del giovanissimo Max Verstappen, il primo minorenne nella storia a esordire nella massima competizione velocistica, al quale è dedicato il ritratto numero 43 dei personaggi che hanno fatto la storia della Formula 1.
Il giovane tulipano, nel corso del 2015, ha espresso qualità di guida da veterano unite all’aggressività e sfrontatezza tipica dei giovani, guadagnandosi notevoli apprezzamenti dopo il suo velocissimo apprendistato verso la massima categoria velocistica mondiale. La famiglia non ha bisogno di presentazioni: da papà Jos a mamma e sorella sono tutti piloti, anche con un passato importante come quello di “Jos the Boss”, che ne ha seguito le orme sin dal momento in cui ha messo mano a un kart. Qualità agonistiche che sono letteralmente esplose quando il giovane Verstappen si è cimentato con il kart a marce, dove nel 2013 ha fatto come Varenne, il noto trottatore italiano guidato da Giampaolo Minnucci: ha vinto tutto infliggendo distacchi abissali agli avversari. E anche chi scrive ha avuto occasione di vederlo all’opera, in una gara nella quale ha incrociato le lame anche con Michael Schumacher, con il quale avrebbe certamente ingaggiato duelli entusiasmanti se il tedesco non si fosse limitato al suo ruolo di tester ufficiale per Tony Kart.
Il titolo mondiale, che arriva sul circuito di Varennes (gioco di parole forse non casuale), è una pura formalità, visto che rifila oltre 3 secondi a Charles Leclerc e vince in solitaria. Cosa che non gli riesce nel mondiale monomarcia, dove parte con i favori del pronostico e viene squalificato per aver causato un incidente nelle battute iniziali della gara. La strada è tracciata, il giovane Max viene proiettato subito in monoposto, dove prende parte al Campionato europeo di Formula 3, dove riesce a piazzarsi al terzo posto finale, dietro a Esteban Ocon e Isac Blomqvist. Ma prima ancora che il giovane olandese conquistasse il terzo posto in classifica, a mettere gli occhi su di lui stato Helmut Marko, che nel mese di agosto 2014 lo mette sotto contratto nel programma giovani piloti della Red Bull, ma la vera sorpresa arriva poche settimane più tardi, quando lo stesso Marko lo piazza alla Toro Rosso, facendolo entrare direttamente in Formula 1.
Sul manager tedesco pioveranno fiumi di critiche e l’olandese finirà anche oggetto di battute sarcastiche quando nel corso di uno show manda a sbattere la sua Toro Rosso (ancora con motore aspirato) sul muro a bassissima velocità non appena mette il piede sul gas. Ma queste critiche si scontreranno con le doti velocistiche del giovane olandese, che già nelle prime uscite fa vedere di che pasta è fatto. Infatti, nel corso delle prove libere del Gran Premio del Brasile si esibisce in un controllo ai limiti della fisica sulla Toro Rosso per evitare di uscire di pista, quasi come le la monoposto fosse un kart in formato gigante. Ma il 2015 deve ancora venire e in quella stagione lo staff della Red Bull gli affiancherà un altro figlio d’arte dal nome forse più ingombrante del suo: Carlos Sainz jr, figlio del Campione del mondo rally nel 1996, di poco più vecchio di lui. Una linea verde, quella varata da Marko, iniziata con Sebastian Vettel e proseguita con Daniel
Ricciardo e Daniil Kvyat e che si conferma con l’accoppiata terribile della Toro Rosso, saltando tutti i passaggi canonici dell’approdo in Formula 1, stravolgendo la storia delle competizioni e buttandoli subito nella massima categoria, a scontrarsi con i vari Alonso, Hamilton, Rosberg o magari lo stesso Vettel, divenuto poi 4 volte iridato.
Max in Australia paga lo scotto dell’esordio, finendo fuori dalla Q3 in qualifica ed essendo costretto al ritiro nel corso della gara. Ma già in Malesia le cose cambiano subito di segno, con il figlio di The Boss che si piazza in terza fila, mettendosi dietro Masa e Raikkonen, tanto per fare due nomi abbastanza noti, e vince il confronto con il compagno di squadra e anche in gara gli finisce davanti. Max nelle gare successive, però, tra inconvenienti tecnici e ritiri vari non marca punti per 5 gare, con il clamoroso incidente del Gran Premio di Montecarlo, dove va a sbattere alla Siante Devote dopo il contatto con Grosjean. Le polemiche impazzano, ma Marko e i suoi continuano a difenderlo. I fatti gli daranno ragione, non solo dal momento che il giovane olandese tornerà a marcare punti, ma anche perché si renderà protagonista di duelli spettacolari e prestazioni di assoluto rilievo. Nel kartodromo dell’Hungaroring, infatti, coglie la sua migliore prestazione, finendo quarto dietro al compagno Sainz. Non solo, la gara successiva, a Spa, si rende protagonista di un gran sorpasso sul rettilineo di Blanchimont, replicato a Monza, mentre a Interlagos si prende persino il lusso di superare le sue “vittime” all’esterno. Non ama gli ordini di scuderia, tant’è che in più di un’occasione risponde con dei secchi “No!” alle richieste di far passare il suo compagno di squadra, con cui instaura una rivalità vera, anche se leale.
Max Verstappen è uno di quei piloti “vecchia maniera”, che non si fanno scrupoli quando si tratta di sorpassare o di resistere nel corpo a corpo, arrivando magari anche allo scontro fisico e alle ruote fumanti, con doti velocistiche innate che hanno destato l’interesse dei grandi team, come Mercedes e Ferrari. Proprio per questo, merita sicuramente un posto tra protagonisti della Formula 1, perché con una monoposto competitiva tra le mani riuscirà a scrivere pagine di storia importanti, come quelle che ha già scritto nel corso della sua breve ma intensa carriera. E con un maestro come il padre Jos c’è da stare certi che sarà così.