Bianchi padre vuole portare in tribunale i responsabili della morte di Jules
A cinque mesi dalla tragica morte di Jules Bianchi, il padre torna a manifestare tutto il suo dolore. Il 5 ottobre 2014, GP di Suzuka, Jules Bianchi perde il controllo della sua Marussia e sbatte violentemente contro un mezzo di servizio, presente in pista per rimuovere la vettura di Sutil. Il terribile schianto causa danni gravissimi alla testa, che costringono il francese in coma fino a luglio 2015, quando lo sfortunato pilota perde la sua battaglia. Il padre nutre forti dubbi sulle modalità dell’investigazione, condotta dagli stessi responsabili della situazione – i quali hanno concluso che la colpa è del pilota, che guidava troppo veloce in presenza di bandiere gialle e pista scivolosa – e intende fare chiarezza sull’accaduto nel nome del figlio.
“Le conclusioni [della commissione d’inchiesta] mi hanno scioccato, si può essere indagato e indagatore insieme? Non c’è forse conflitto d’interesse? L’ho detto e lo ripeto: se qualcuno è responsabile deve pagare, in un modo o nell’altro. Ho perso Jules e non lo riavrò più, non ho niente da perdere se non il suo ricordo e il rispetto che dovremmo avere per lui, perciò combatterò con tutte le mie forze per lui”.
La contraddizione che Philippe Bianchi denuncia è stata chiara a tutti da subito: la morte di Jules è stata ingiusta, per via di quel trattore che semplicemente non doveva essere lì, o almeno non a gara in corso. La pista era in condizioni pessime per via della pioggia, e la Direzione Gara è già responsabile di non aver mandato fuori la Safety Car in tempo, e in più hanno mandato in pista un mezzo che poteva costituire un pericolo. Ha sbattuto Jules Bianchi, ma poteva sbattere chiunque in quel momento. Infine, i colpevoli si sono fatti giudici e si sono scagionati, addossando la responsabilità al pilota, che ha avuto la “colpa” di guidare troppo veloce, come se un pilota dovesse diventare di colpo un taxista.
Si commenta da solo un comportamento simile. Questo porta alla luce l’enorme meschinità di questo sistema, che sfrutta il suo potere per lavarsi le mani, come se fossero dei politici. E per di più è lo stesso sistema che ha giudicato l’incidente di Alonso, insabbiato sotto la scusa delle folate di vento, che sono state sbugiardate dallo stesso pilota spagnolo. E se fosse accaduto il peggio anche a lui? Cosa avrebbero fatto?
E’ ora di finirla con questa ipocrisia, tutto questo non fa che allontanare i tifosi dallo sport. Ci vuole trasparenza e onestà.
Nel frattempo, #ForzaJules. Sempre. E forza Philippe.